Ci sono dei titoli così azzeccati da dirci già tutto, o quasi tutto. Prendete le nuvole, per esempio, così leggere, così libere, che non devono chiedere permesso, che semplicemente non possono essere fermate. Le nuvole, come le idee, si muovono senza carte di credito e senza visti di ingresso. A volte, quando gli alisei soffiano potenti, possono varcare oceani interi.
Ed è questa la storia di questo libro: la storia di un uomo con un passato importante nelle istituzioni e nella politica, la storia di un uomo che per perdersi e poi ritrovarsi ha abbandonato tutto portandosi dietro solo un bagaglio leggero di pochi indumenti, qualche libro indispensabile e alcune domande da cui non è possibile prescindere.
Tito Barbini lo conosco, so che questo libro è autentico. "Le nuvole non chiedono permesso" è uscito due anni fa e io ho avuto la fortuna di leggerlo subito e di parlarne a lungo con lui. Ora che la città si è svuotata, che molti amici sono partiti per tanti posti diversi di questo nostro mondo, mi è venuto naturale riprenderlo dallo scaffale e leggerne qualche pagina: sarà che serve a rimarcare la differenza tra un viaggio e una vacanza in qualche altro posto che non sempre è un vero altrove.
E così ho ripercorso questo viaggio di Tito: dall'estrema punta dell'America del Sud, dove il sogno si può spingere solo fino ai ghiacci antartici, su su, senza mai prendere un aereo, a volta a piedi attraverso le frontiere, sempre assecondando solo uno spiritaccio vagabondo e curioso, su su fino all'Alaska.
Da solo, ma con una consapevolezza: che dopo le nuvole ritorna sempre il sole: come un cammino che riprende, come un pezzetto di utopia realizzato su questa nostra terra.
Una piccola isola di parole nel grande oceano della rete per condividere libri e mondi
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Aggiungi didascalia Bomba ananas. Ti piace l'unione di questi due termini. Ti dà la sensazione di tenere in mano qualcosa di vivo....
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quando sento parlare di svolte nella vita mi viene sempre in mente Flaiano, che della felicità diceva: la felicità è mettersi un paio di scarpe strette, per il piacere di togliersele.
RispondiEliminaCosì succede sempre: anche il mestiere più bello e affascinante finisce con il saturare la nostra naturale pulsione alla novità e per ricaricarci dobbiamo evadere.
C'è chi si fa a piedi tutta l 'America e chi salta da un libro all'altro. Ogni metodo è buono. Alla fine ciò che conta è riflettere sulle cose. Esiste sempre un intorno delle conoscenze che non è solo quello che sappiamo ed è bello cercarlo.
Bye
Quanto hai ragione, ogni metodo è buono... basta capire cosa davvero conta... E se non si sa cosa importa almeno il come vale ("Non so cosa voglio, ma so come ottenerlo" urlavano i Sex Pistols nell'anno del Giubileo della Regina. In ogni caso è sempre una questione di priorità...
RispondiEliminaPs: bella la tua citazione di Flaiano