Ogni volta che ripenso a Tiziano Terzani e in particolare a questo libro mi ritornano in mente alcune parole di Basho, un poeta giapponese che vagabondò senza requie, camminando con i suoi sottili sandali di paglia:
“A mia volta sono stato tentato dal vento che sposta le nubi, colmo com’ero da tanto tempo dello stesso desiderio di errare anch’io”
Ecco, in "Un indovino mi disse" c'è tutta l'esperienza e il bisogno del viaggio, ben oltre le cicostanze che hanno prodotto il viaggio di cui ci racconta Terzani (la "profezia" dell'indovino).
Il viaggio che non è mai turismo, che non è quasi mai fuga, che qualche volta può anche non coincidere con uno spostamento fisico, da un luogo all’altro.
Il viaggio che è vero viaggio solo se è anche maturazione, cambiamento, disseppellimento di quanto si cela nel nostro cuore e nella nostra testa.
C'è tutto questo - e naturalmente c'è tutto l'Oriente, c'è tutta l'Asia nel suo incanto e nei suoi drammatici cambiamenti - in questo libro che mi ha regalato emozioni rare.
Una piccola isola di parole nel grande oceano della rete per condividere libri e mondi
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Paolo ho letto "Un indovino mi disse", un libro bellissimo, scritto con il cuore. Anch'io ti linkerò non appena trovo un attimo di pace.
RispondiEliminaPS: un altro punto in comune, almeno credo: laurea in lettere?!.
Ciao
Alfia
Il tuo post mi ha imposto di riprendere in mano il libro di Terzani, così non ho potuto fare a meno di riportarne un brano nel mio blog. Di lui ho altro nella mia biblioteca ancora da leggere, il problema è che acquisto libri in numero molto maggiore di quelli che riesco a leggere, e oltretutto, ad eccezione della letteratura commerciale, mi interessa tutto, dalla filosofia alla fisica per intenderci.
RispondiEliminaUna buona serata
Alfia
Ciao, grazie per la visita al mio blog!
RispondiEliminaUn indovino mi disse è uno dei miei libri preferiti e amo tutti i libri di Terzani!
Se non ti dispiace ti aggiungo ai blog amici!