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domenica 24 gennaio 2010
Babbo, cosa vuol dire una famiglia normale?
«Babbo, cosa vuol dire una famiglia normale?»
Non è che te l’aspetti una domanda come questa, nel bel mezzo di una domenica pomeriggio abbandonata all’indolenza. Non te l’aspetti, se da qualche ora ti sei completamente abbandonato alle pagine di un libro, tanto da illuderti che il mondo se ne sia rimasto fuori, per una volta muto e arrendevole. Non te lo aspetti, soprattutto, se una domanda come questa te la fa il tuo bambino, sette anni appena, il tuo bambino che fino a questo momento se n’è rimasto buono buono a rimpinzarsi di cartoni animati alla televisione.
Per questo ho alzato la testa con studiata lentezza e ho optato per un silenzio prudente, a suo modo perplesso. L’ho guardato, il mio bambino, senza dare voce ai miei punti interrogativi.
E questa, come gli è venuta in mente? Che ne può o vuole sapere, lui, di normalità e anormalità? E perché poi la famiglia?
E ancora: di cosa si preoccupa? Di cosa devo preoccuparmi io?
Sono le prime righe di Una famiglia, il nuovo libro che in questi giorni mi è uscito per Giuntina, dopo Un nome. Originariamente, appunto, il titolo doveva essere Una famiglia normale. E la storia, vera, è proprio quella di una famiglia normale, normalissima, con la sua casa, il lavoro, i figli. Una famiglia ebrea, però. Una famiglia travolta dalle persecuzioni razziali, negli anni più bui del nostro recente passato.
In vista della Giornata della Memoria Una famiglia sarà presentato in diverse occasioni. Con me saranno Saul Ventura e la moglie Silvana Calò, tra i protagonisti del libro, venuti appositamente da Israele.
Queste le prossime date di gennaio:
25 ore 11, Sesto Fiorentino (palazzo comunale)
25 ore 17, Pisa (palazzo comunale)
26 ore 10, Vaiano (cinema)
26 ore 21 Campi Bisenzio (centro canapé)
27 ore 10 Quarrata (teatro)
27 ore 18 Quarrata (consiglio comunale)
28 ore 10 Bagno a Ripoli (consiglio comunale)
29 ore 9,30 Pontedera
30 ore 11 Camporgiano (scuola superiore)
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Be' Paolo, alle presentazioni non potrò essere.. sono un po' fuori mano per me.. ma una copia me la prenoto molto volentieri.
RispondiEliminaL'inizio è intrigante e lascia la curiosità di sapere cosa accadrà!
In bocca al lupo per l'uscita.
SuzieD
Questa sera ho partecipato alla presentazione del libro nella Sala delle Baleari del palazzo Gambacorti di Pisa. La sala è stupenda.
RispondiEliminaIl libro non l'ho ancora letto, ma la presentazione è stata ottima. Oltre all'autore erano presenti i due protagonisti, Saul e sua moglie, venuti apposta da Israele, per raccontare la loro storia.
È la storia di una famiglia normale (originariamente il libro di doveva intitolare proprio "Una famiglia normale") la cui vità è stata, come quella di molte altre famiglie normali, sconvolta dalla Shoah. È stato molto commovente. E Saul (con i suoi 80 brillanti anni che compirà tra un paio di giorni a Firenze circondato dai suoi figli) molte volte si è commosso e ha pianto.
Ma quello che mi ha impressionato di più non è tanto la storia purtroppo triste della Shoah con le sue montagne di morti, quanto la famiglia. Una famiglia normale. Ma che tanto normale non è. Saul ha ripetuto più volte che è orgoglioso della sua famiglia, di sua moglie, dei suoi 4 figli, dei 10 nipoti. È giustamente orgoglioso dei 58 anni della sua famiglia.
E io pensavo alle famiglie di oggi, che si sfasciano dopo pochi anni (compresa la mia, sono separato). È la famiglia normale, ma nello stesso tempo speciale, il vero protagonista di questo libro.
Perché, come ha detto oggi Saul, la Shoah non è solo un cumulo di cadaveri.