Ha detto una volta Antonio Tabucchi:
Un luogo non è mai solo “quel” luogo: quel luogo siamo un po’ anche noi. In qualche modo, senza saperlo, ce lo portavamo dentro e un giorno, per caso, ci siamo arrivati
Sono d'accordo: quel luogo non è mai solo quel luogo. Quel luogo è quello che ci portiamo dentro. E' l'altrove che sta dentro il nostro immaginario, l'approdo di ciascuno di noi, la terra che ci appartiene o a cui apparteniamo.
Per Antonio Tabucchi è facile che quel luogo siano le Azzorre. Per altri sarà la Patagonia - mi viene in mente Tito Barbini - oppure la Mongolia - ricordo ciò che di questa terra ha scritto Giovanni Lindo Ferretti. Altri ancora coltiveranno il loro altrove in una baitina di montagna o nella pineta al mare di sempre. E ci sarà pure anche chi - forse il sottoscritto? - guarderà a Mompracem o piuttosto a qualche altra isola che non c'è.
L'importante è tenerne di conto, di quel luogo. Di non smarrirlo. Di non consentire che il tempo lo spazzi via con la sua terrificante capacità di amnesia.
Una piccola isola di parole nel grande oceano della rete per condividere libri e mondi
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