Ancora un libro di barzellette ebraiche?
Non sono io a insinuare il dubbio, ma lo stesso autore nella sua prefazione. Autore, poi: quando mai le barzellette hanno davvero un autore riconosciuto?
Nessuno sa chi inventa le barzellette: questo è uno dei misteri insondabili dell'universo. Che sia Dio stesso? Forse per consolarci dell'essere nati.
E dunque, dopo aver confuso le acque, la domanda resta. Ancora un libro di barzellette ebraiche? Non bastava Moni Ovadia, tanto per fare un nome?
Assolutamente sì, io direi. Questo è un libro, anzi un libriccino che ci voleva. E non solo perché nelle pagine di Le mie migliori ne troverete di straordinarie, di quelle che almeno un sorriso proprio lo strappano.
E' che questa volta è proprio il nome dell'autore che ci dice qualcosa di significativo. Perché Daniel Vogelmann non è un noto umorista.
Si tratta dell'editore della Giuntina, la piccola prestigiosa casa editrice specializzata in letteratura ebraica, per intendersi, quella di Elie Wiesel e Liana Millu (e per inciso, anch'io ho avuto l'onore di essere ospitato nel suo catalogo con due titoli, Un nome e Una famiglia, ma questo è un altro discorso).
Una realtà a cui tutti dobbiamo essere grati, non solo per i grandi libri pubblicati, ma anche per il rigore con cui è stata coltivata la memoria delle persecuzioni razziali, quell'orrore che Daniel ha profondamente inciso nella vita.
L'altro giorno, in una intervista a Mario Lancisi del quotidiano Il Tirreno, Daniel ha usato queste parole:
E' difficile cancellare l'esperienza dell'Olocausto. Come figlio di un sopravvissuto me la porto ancora dentro. Ho pubblicato anche un libro sui figli dell'Olocausto. Qualcuno ha scritto che la depressione è un lutto non elaborato. Se mi capita di essere spesso malinconico è perché non credo sia possibile elaborare la morte di sei milioni di ebrei
Finora di Daniel conoscevo le poesia per Sissel, la sorellina di otto anni uccisa ad Auschwitz. Ora mi terrò care anche queste barzellette. Che ha lasciato così, con queste parole che sono come un messaggio in bottiglia affidato alle correnti:
E forse un giorno qualcuno, trovandosi in mano questo libretto, potrebbe dire: è Daniel Vogelmann, che l'ha scritto; era un malinconico piccolo editore di libri ebraici, che ha pubblicato anche qualche piccola poesia, ma forse il meglio di sé lo dava quando raccontava le barzellette
Non so se è proprio qui che Daniel ha dato il meglio di sé. So che anche questo mi suona come una lezione di vita cui essergli grati.
Una piccola isola di parole nel grande oceano della rete per condividere libri e mondi
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