Cercare la verità che c'è in tutto quanto ci circonda, inseguendola in ogni cosa, anche la più effimera e trascurabile. Forse è questo il dono di tutta la grande poesia.
Di questo dono, però, Piero Citati ci ha parlato nei giorni scorsi su Repubblica, a proposito di un grande poeta. Anzi, di un poeta grandissimo, benché, a dispetto del premio Nobel, da noi non sia conosciutissimo: e sarà il destino degli autori che arrivano dal mondo slavo, e anche di certi nomi.
Di Czeslaw Milosz la casa editrice Adelphi ha pubblicato recentemente altri due titoli, raccolte di pensieri, ricordi, aforismi, lampi di poesia anche, scritti tutti in tarda età, tra gli ottanta e gli ottantasette anni. E sono pagine, ci spiega Citati, che davvero sono un omaggio alla bellezza della vita.
Milosz viene attratto dai poli opposti dell'universo. Da un lato, ricerca "un'unica verità sulle cose che sia comune a noi tutti": una specie di formula magica che racchiuda ogni senso dell'esistenza. La insegue dovunque, in tutti gli eventi, in tutti i libri, nella mente dei suoi contemporanei o di chi visse duemila o ottomila anni fa o vivrà nel futuro. D'altro lato vuole conoscere, una per una, le verità singole: come una farfalla guarda un fiore di nasturzo, come una salamandra osserva un prato. Questo sguardo molteplice risveglia in lui sia l'angoscia sia il piacere ironico e camaleontico di sottomettersi a qualsiasi aspetto e voce del mondo
E più ci penso, più mi viene da dire che proprio questa sia la poesia.
Di questo dono, però, Piero Citati ci ha parlato nei giorni scorsi su Repubblica, a proposito di un grande poeta. Anzi, di un poeta grandissimo, benché, a dispetto del premio Nobel, da noi non sia conosciutissimo: e sarà il destino degli autori che arrivano dal mondo slavo, e anche di certi nomi.
Di Czeslaw Milosz la casa editrice Adelphi ha pubblicato recentemente altri due titoli, raccolte di pensieri, ricordi, aforismi, lampi di poesia anche, scritti tutti in tarda età, tra gli ottanta e gli ottantasette anni. E sono pagine, ci spiega Citati, che davvero sono un omaggio alla bellezza della vita.
Milosz viene attratto dai poli opposti dell'universo. Da un lato, ricerca "un'unica verità sulle cose che sia comune a noi tutti": una specie di formula magica che racchiuda ogni senso dell'esistenza. La insegue dovunque, in tutti gli eventi, in tutti i libri, nella mente dei suoi contemporanei o di chi visse duemila o ottomila anni fa o vivrà nel futuro. D'altro lato vuole conoscere, una per una, le verità singole: come una farfalla guarda un fiore di nasturzo, come una salamandra osserva un prato. Questo sguardo molteplice risveglia in lui sia l'angoscia sia il piacere ironico e camaleontico di sottomettersi a qualsiasi aspetto e voce del mondo
E più ci penso, più mi viene da dire che proprio questa sia la poesia.
Sull' "Ospite ingrato", rivista on line del Centro Studi Franco Fortini di Siena, è stato pubblicato il dibattito sul "Trattato
RispondiEliminaPoetico" di Czesław Miłosz (Adelphi 2012, tr. di V. Rossella), svoltosi il 16 ottobre 2012 presso la Fondazione del Fiore di Firenze (con Alfonso Berardinelli, Valeria Rossella e Giovanna Tomassucci).
Dopo i testi del dibattito fiorentino, il sito fornisce la possibilità di connettersi con un link in cui lo stesso Miłosz legge (in maniera straordinaria!) alcune pagine del "Trattato poetico".
http://www.ospiteingrato.org/Sezioni/Scrittura_Lettura/Milosz_Trattato_poetico.html
Sullo stesso sito è possibile leggere anche il mio testo su Miłosz, risalente a qualche mese fa, "Czesław Miłosz: descrivere le fini dei mondi":
http://www.ospiteingrato.org/Sezioni/Scrittura_Lettura/Milosz.html