E' un libro che restituisce precisione e pulizia alla nostra lingua, La manomissione delle parole di Gianrico Carofiglio, un libro dunque che ci aiuta a restituire ordine al nostro mondo.
Un libro, in particolare, che ci riporta al sentimento della vergogna. Che ce lo consegna come un dono e come una responsabilità: e ne abbiamo bisogno, in questo nostro tempo che della vergogna sembra possa e voglia fare a meno.
Per dirla con Marco Belpoliti, autore di Senza vergogna, appunto: la vergogna non c'è più. Al massimo ci si vergogna di vergognarci. Al massimo si insulta scaricando ad altri il peso della vergogna (il "si vergogni lei").
E ha ragione Carofiglio quando dice che provare vergogna è condizione indispensabile per praticare il suo contrario, l'arte del rispetto e della dignità.
Ha ragione quando spiega che la vergogna, al pari del dolore per la malattia, è un sintomo e un segnale necessario, che ci aiuta a capire la patologia.
Ha ragione quando, seguendo l'insegnamento di Primo Levi, rammenta a tutti quanti che la vergogna può prescindere anche dalla colpa individuale. Perché è motivo e conseguenza di una comune appartenenza.
Ovunque, dice Carofiglio, la vergogna permette di ricostruire, o almeno di migliorare se stessi.
Allora dove andremo a finire nel paese senza vergogna?
Un libro, in particolare, che ci riporta al sentimento della vergogna. Che ce lo consegna come un dono e come una responsabilità: e ne abbiamo bisogno, in questo nostro tempo che della vergogna sembra possa e voglia fare a meno.
Per dirla con Marco Belpoliti, autore di Senza vergogna, appunto: la vergogna non c'è più. Al massimo ci si vergogna di vergognarci. Al massimo si insulta scaricando ad altri il peso della vergogna (il "si vergogni lei").
E ha ragione Carofiglio quando dice che provare vergogna è condizione indispensabile per praticare il suo contrario, l'arte del rispetto e della dignità.
Ha ragione quando spiega che la vergogna, al pari del dolore per la malattia, è un sintomo e un segnale necessario, che ci aiuta a capire la patologia.
Ha ragione quando, seguendo l'insegnamento di Primo Levi, rammenta a tutti quanti che la vergogna può prescindere anche dalla colpa individuale. Perché è motivo e conseguenza di una comune appartenenza.
Ovunque, dice Carofiglio, la vergogna permette di ricostruire, o almeno di migliorare se stessi.
Allora dove andremo a finire nel paese senza vergogna?
Se il senso di vergogna verrà sempre più ripudiato non potremmo che cadere nel baratro. Ora siamo ancora sul bordo... ma non manca molto allo scivolone.
RispondiEliminaE.