Hay-on-Wye è proprio il paese dei libri: si è guadagnata questo nome perchè conta mille e cinquecento abitanti, cinque chiese, quattro negozi di alimentari, due giornalai, un ufficio postale... e quaranta librerie....
Il totale dei libri chiusi nelle botteghe o stipati negli ex fienili ammonterà a qualche milione; migliaia di volumi per ogni uomo, donna, bambino e cane...
Potete leggerla anche come la storia di uno scrittore bibliofilo che, folgorato dalla scoperta di Hay-on-Wye, fa di tutto per trasferirsi in questo paesino del Galles, insieme alla famiglia. E potete anche leggerlo, se proprio volete, come un divertente e divertito confronto tra la vita in America e quella nella cara vecchia isola britannica.
Fate voi, ma Al paese dei libri di Paul Collins (Adelphi) è in primo luogo un atto d'amore per i libri. E poi, è ovvio, anche per questo paese - Hay-on-Wye - che ha saputo conquistarsi meritata fama proprio per avere scelto i libri.
Perchè davvero, non era scritto nel suo destino. Qui si era sempre vissuto di formaggi e uova vendute al mercato e poco altro. Poi a un tale Richard Booth venne in mente di iniziare a comprare i libri che in America nessuno leggeva e nessuno comprava. Non costavano quasi niente - sarebbero stati spediti al macero - ci potevano stare le spese di spedizione nei container che attraversavano l'Atlantico.
All'inizio il signor Booth suscitò l'ilarità generale, ma negli anni il cinema, la caserma dei pompieri, i fienili e le fabbrichette cominciarono a riempirsi i libri. E così la racconta Collins:
Oggi è più facile trovare i classici americani nella campagna gallese che negli Stati Uniti. Ogni anno tanti appassionati come me vanno in pellegrinaggio a Hay; è una massa di libri così grande da aver sviluppato un campo gravitazionale, e siamo entrati nella sua orbita
Capite? Pensare che c'è ancora chi asserisce che solo autostrade, outlet e McDrive possano consegnare al futuro le nostre cittadine... Dal Galles, con furore, la rivincita del libro.
Il totale dei libri chiusi nelle botteghe o stipati negli ex fienili ammonterà a qualche milione; migliaia di volumi per ogni uomo, donna, bambino e cane...
Potete leggerla anche come la storia di uno scrittore bibliofilo che, folgorato dalla scoperta di Hay-on-Wye, fa di tutto per trasferirsi in questo paesino del Galles, insieme alla famiglia. E potete anche leggerlo, se proprio volete, come un divertente e divertito confronto tra la vita in America e quella nella cara vecchia isola britannica.
Fate voi, ma Al paese dei libri di Paul Collins (Adelphi) è in primo luogo un atto d'amore per i libri. E poi, è ovvio, anche per questo paese - Hay-on-Wye - che ha saputo conquistarsi meritata fama proprio per avere scelto i libri.
Perchè davvero, non era scritto nel suo destino. Qui si era sempre vissuto di formaggi e uova vendute al mercato e poco altro. Poi a un tale Richard Booth venne in mente di iniziare a comprare i libri che in America nessuno leggeva e nessuno comprava. Non costavano quasi niente - sarebbero stati spediti al macero - ci potevano stare le spese di spedizione nei container che attraversavano l'Atlantico.
All'inizio il signor Booth suscitò l'ilarità generale, ma negli anni il cinema, la caserma dei pompieri, i fienili e le fabbrichette cominciarono a riempirsi i libri. E così la racconta Collins:
Oggi è più facile trovare i classici americani nella campagna gallese che negli Stati Uniti. Ogni anno tanti appassionati come me vanno in pellegrinaggio a Hay; è una massa di libri così grande da aver sviluppato un campo gravitazionale, e siamo entrati nella sua orbita
Capite? Pensare che c'è ancora chi asserisce che solo autostrade, outlet e McDrive possano consegnare al futuro le nostre cittadine... Dal Galles, con furore, la rivincita del libro.
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