Non si sa molto della vita di Tito Petronio Arbitro, ricercato esteta nella Roma dell'imperatore Nerone, maestro di piaceri e di raffinatezze (arbiter elegantiae) peraltro risucchiato dal mondo della politica, implicato in una congiura e alla fine costretto al suicidio.
Forse su di lui possiamo prendere per buone le parole di Tacito:
Soleva egli trascorrere il giorno dormendo, la notte negli affari o negli svaghi; la vita sfaccendata gli aveva dato fama, come ad altri l'acquista un'operosità solerte; e lo si giudicava non un gaudente e uno scialacquatore, ma un uomo di lusso raffinato
Ma in ogni caso è a lui, pare, che si deve il Satyricon, per molti (e io mi associo) il più moderno dei romanzi dell'antichità (e aggiungo: ancora più moderno di molti romanzi della contemporaneità).
Se non lo avete mai letto, leggetelo. E' un libro appassionante, divertente, intelligente, stravagante, che narra le vicende di una coppia di furfanti che vagano per l'Italia, ne combinano di tutti i colori, incontrano un'intera corte di poeti vanagloriosi, ruffiani senza scrupoli, sacerdotesse del sesso. A raccontare le loro peripezie è un povero letterato, Encolpio, con più arte che parte.
E poi ci sono le pagine più (degnamente) celebri tra tutte. Il sontuoso banchetto a casa di Trimalcione, il liberto - cioé lo schiavo affrancato - che si è vertiginosamente e spudoratamente arricchito. Nella sua casa contano solo le fortune accumulate, i piaceri a cui ci si può consegnare. Niente a che vedere con l'edonismo dello stesso Petronio. A dominare sono la volgarità e la sfrenatezza dei nuovi ricchi.
E' un mondo senza più cultura, dove i vecchi dei non ci sono più, sono stati rimossi dal loro piedistallo, cacciati dalle mura domestiche. Nel banchetto di Trimalcione, ne rimane solo uno, Priapo, che tutti voi sapete chi era e a cosa presiedeva.
Il Satyricon, pensate un po', quasi duemila anni fa. Capite perché è così moderno? Perché parla dell'Italia dei nostri giorni?
Forse su di lui possiamo prendere per buone le parole di Tacito:
Soleva egli trascorrere il giorno dormendo, la notte negli affari o negli svaghi; la vita sfaccendata gli aveva dato fama, come ad altri l'acquista un'operosità solerte; e lo si giudicava non un gaudente e uno scialacquatore, ma un uomo di lusso raffinato
Ma in ogni caso è a lui, pare, che si deve il Satyricon, per molti (e io mi associo) il più moderno dei romanzi dell'antichità (e aggiungo: ancora più moderno di molti romanzi della contemporaneità).
Se non lo avete mai letto, leggetelo. E' un libro appassionante, divertente, intelligente, stravagante, che narra le vicende di una coppia di furfanti che vagano per l'Italia, ne combinano di tutti i colori, incontrano un'intera corte di poeti vanagloriosi, ruffiani senza scrupoli, sacerdotesse del sesso. A raccontare le loro peripezie è un povero letterato, Encolpio, con più arte che parte.
E poi ci sono le pagine più (degnamente) celebri tra tutte. Il sontuoso banchetto a casa di Trimalcione, il liberto - cioé lo schiavo affrancato - che si è vertiginosamente e spudoratamente arricchito. Nella sua casa contano solo le fortune accumulate, i piaceri a cui ci si può consegnare. Niente a che vedere con l'edonismo dello stesso Petronio. A dominare sono la volgarità e la sfrenatezza dei nuovi ricchi.
E' un mondo senza più cultura, dove i vecchi dei non ci sono più, sono stati rimossi dal loro piedistallo, cacciati dalle mura domestiche. Nel banchetto di Trimalcione, ne rimane solo uno, Priapo, che tutti voi sapete chi era e a cosa presiedeva.
Il Satyricon, pensate un po', quasi duemila anni fa. Capite perché è così moderno? Perché parla dell'Italia dei nostri giorni?
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