Cinque righe di Edmondo Berselli, per una riflessione più grande di noi e più amara di quanto vorremmo:
Qualcuno ricorderà un saggio di Roberto K. Merton, intitolato Sulle spalle dei giganti, che chiosava fino alla vertigine l'assunto di Bernardo di Chartres secondo cui i moderni riescono a vedere più lontano, in lungo e in largo, di qua e di là, perché sono comodamente sistemati sulle spalle dei grandi, i classici. Noi invece, altro che moderni, siamo contemporanei: viviamo nei bar, sui treni, in auto, a cena, in salotto. In pratica, sulle spalle dei nani
(da Edmondo Berselli, Il più mancino dei tiri, Biblioteca di Repubblica-Espresso)
Qualcuno ricorderà un saggio di Roberto K. Merton, intitolato Sulle spalle dei giganti, che chiosava fino alla vertigine l'assunto di Bernardo di Chartres secondo cui i moderni riescono a vedere più lontano, in lungo e in largo, di qua e di là, perché sono comodamente sistemati sulle spalle dei grandi, i classici. Noi invece, altro che moderni, siamo contemporanei: viviamo nei bar, sui treni, in auto, a cena, in salotto. In pratica, sulle spalle dei nani
(da Edmondo Berselli, Il più mancino dei tiri, Biblioteca di Repubblica-Espresso)
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