Può esistere una politica i cui ingredienti non siano la
menzogna, la sopraffazione, l'avidità, la paura e, in una parola, la
violenza? Può darsi un'altra politica, anche se generata da uomini e
donne che appartengono a questo mondo?
Che domande dense - e impegnative - quelle che Roberto Mancini in Per un'altra politica (Cittadella editrice) decide di condividere con i suoi lettori. E sapete, porre domande è già molto, in tempi come i nostri...
Rassegnarsi e barcamenarsi nella nostra vita privata? Accettare una dimensione pubblica segnata dal disincanto e dal cinismo? O incamminarsi su una possibilità di cambiamento che sa prescindere dalla politica come potere?
E' questa la strada che Mancini prova a indicarci restituendo pulizia e trasparenza a parole usate e abusate come libertà e giustizia.
Se fosse sufficiente soltanto cambiare posto al potere - afferma Mancini - le svolte benefiche e liberatrici sarebbero relativamente facili
E siccome le svolte sono rare, e quasi sempre non sono nemmeno segnate sulle mappe, non può essere tutto lì. Non basta cambiare posto al potere, non basta cambiare le persone al potere.
Da questo libro ci arriva almeno qualche coordinata di cui fare tesoro nel nostro cammino. Magari ritornando anche a pagine importanti troppo trascurate negli ultimi anni.
Come quelle di Fuga dalla Libertà di Erich Fromm:
L'individuo cessa di essere se stesso; adotta in tutto e per tutto il tipo di personalità che gli viene offerto dai modelli culturali e perciò diventa esattamente come tutti gli altri, e come questi pretendono che egli sia
O quelle di Lo sradicamento di Simone Weil:
Una civiltà fondata su una spiritualità del lavoro sarebbe il grado più elevato di radicamento dell'uomo nell'universo, e quindi l'opposto della condizione nella quale ci troviamo e che consiste in uno sradicamento quasi totale
Pensate, parlare di spiritualità del lavoro in tempi di fame di lavoro. Atto eversivo, utopico, meravigliosamente realistico.
Che domande dense - e impegnative - quelle che Roberto Mancini in Per un'altra politica (Cittadella editrice) decide di condividere con i suoi lettori. E sapete, porre domande è già molto, in tempi come i nostri...
Rassegnarsi e barcamenarsi nella nostra vita privata? Accettare una dimensione pubblica segnata dal disincanto e dal cinismo? O incamminarsi su una possibilità di cambiamento che sa prescindere dalla politica come potere?
E' questa la strada che Mancini prova a indicarci restituendo pulizia e trasparenza a parole usate e abusate come libertà e giustizia.
Se fosse sufficiente soltanto cambiare posto al potere - afferma Mancini - le svolte benefiche e liberatrici sarebbero relativamente facili
E siccome le svolte sono rare, e quasi sempre non sono nemmeno segnate sulle mappe, non può essere tutto lì. Non basta cambiare posto al potere, non basta cambiare le persone al potere.
Da questo libro ci arriva almeno qualche coordinata di cui fare tesoro nel nostro cammino. Magari ritornando anche a pagine importanti troppo trascurate negli ultimi anni.
Come quelle di Fuga dalla Libertà di Erich Fromm:
L'individuo cessa di essere se stesso; adotta in tutto e per tutto il tipo di personalità che gli viene offerto dai modelli culturali e perciò diventa esattamente come tutti gli altri, e come questi pretendono che egli sia
O quelle di Lo sradicamento di Simone Weil:
Una civiltà fondata su una spiritualità del lavoro sarebbe il grado più elevato di radicamento dell'uomo nell'universo, e quindi l'opposto della condizione nella quale ci troviamo e che consiste in uno sradicamento quasi totale
Pensate, parlare di spiritualità del lavoro in tempi di fame di lavoro. Atto eversivo, utopico, meravigliosamente realistico.
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