E dunque, questo è uno dei libri che quando te lo regalano lo
sistemi sulla pila dei titoli "in attesa di lettura", non
necessariamente in cima, e ti riprometti di leggerlo, come no, prima o
poi lo leggerai, però poi passano le settimane, i mesi, perfino gli
anni, e il libro rimane sempre lì. Perché poi, di che storia sta
parlando, Rossana Rossanda? Il secolo scorso, appunto... cosa mi
rappresenta quella storia?
E per l'appunto, la trama dell'impegno politico di Rossana Rossanda è una matassa di vicende e riferimenti che oggi ci dicono poco o niente, sullo sfondo della grande promessa e del grande fallimento. Però che storia, questa donna...
Dalle prime memorie di bambina, in una famiglia istriana con radici ben piantate nella Mitteleuropa asburgica, attraverso le grandi tragedie del Novecento, perché poi questa è una domanda che continua a risuonare dentro di noi:
Che roba è aver quindici anni nel 1939 e ventuno nel 1945? Per questo sono noiosa. E allarmata
E poi via, lungo gli anni Cinquanta e Sessanta, anni di lavoro faticoso, di incerte speranze, di dedizione alla politica che prevale comunque sullo sconfortante grigiore di certi rituali.
E sapete, alla fine questo libro non è la storia di una donna ostinatamente comunista, è la storia di una donna che vuole essere parte di un paese, che vuole cambiare il suo paese, e prima di tutto disegnare un futuro.
Prima ancora del Sessantotto, con la sua esplosione di colori e illusioni. Quando la politica era una cosa così seria che la faccia la si metteva nelle assemblee, mica nei dibattiti televisivi, e le carriere contavano assai meno dei partiti.
Dice a un certo punto Rossana Rossanda:
Nessuno si capacita, oggi, che i deputati fossero compensati così poco e i consiglieri comunali niente. E' da quando la politcia si disprezza che le cariche elettive sono retribuite con cifre mirabolanti
Allora capisci davvero che questa è una storia - e una donna - del secolo scorso. Solo che lo capisci con il morso del rimpianto.
E per l'appunto, la trama dell'impegno politico di Rossana Rossanda è una matassa di vicende e riferimenti che oggi ci dicono poco o niente, sullo sfondo della grande promessa e del grande fallimento. Però che storia, questa donna...
Dalle prime memorie di bambina, in una famiglia istriana con radici ben piantate nella Mitteleuropa asburgica, attraverso le grandi tragedie del Novecento, perché poi questa è una domanda che continua a risuonare dentro di noi:
Che roba è aver quindici anni nel 1939 e ventuno nel 1945? Per questo sono noiosa. E allarmata
E poi via, lungo gli anni Cinquanta e Sessanta, anni di lavoro faticoso, di incerte speranze, di dedizione alla politica che prevale comunque sullo sconfortante grigiore di certi rituali.
E sapete, alla fine questo libro non è la storia di una donna ostinatamente comunista, è la storia di una donna che vuole essere parte di un paese, che vuole cambiare il suo paese, e prima di tutto disegnare un futuro.
Prima ancora del Sessantotto, con la sua esplosione di colori e illusioni. Quando la politica era una cosa così seria che la faccia la si metteva nelle assemblee, mica nei dibattiti televisivi, e le carriere contavano assai meno dei partiti.
Dice a un certo punto Rossana Rossanda:
Nessuno si capacita, oggi, che i deputati fossero compensati così poco e i consiglieri comunali niente. E' da quando la politcia si disprezza che le cariche elettive sono retribuite con cifre mirabolanti
Allora capisci davvero che questa è una storia - e una donna - del secolo scorso. Solo che lo capisci con il morso del rimpianto.
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