Sono passati 40 anni dalla morte di Luciano Bianciardi, 20 dalla prima edizione della Vita agra di un anarchico, di Pino Corrias: la storia di una vita che sa farsi romanzo e di un mondo colto nel passaggio da un'epoca all'altra. Biografia ma anche poesia metropolitana con sottofondo musicale da scegliere a piacimento tra il jazz di Charlie Parker e le canzoni di Enzo Iannacci.
Il libro di Corrias, per quanto mi riguarda, mi fece conoscere Luciano Bianciardi e mi fece approdare alla Vita agra. Ed è anche curioso che la biografia, chiamiamola così per comodità, di uno scrittore si faccia leggere prima dell'opera di quello stesso scrittore. Però sono contento così.
A distanza di 20 anni quel libro ritorna, in una altra edizione. Leggo, dalla nuova introduzione dell'autore:
Il mio viaggio cominciò per caso a Milano, da un nome che condusse a un libro su una bancarella e poi a uno spiraglio. Lo spiraglio rivelò un mondo. Il mondo di Luciano Bianciardi che si era dissolto tra libri introvabili, amici dispersi, racconti mai narrati. E da quel mondo riemerse la sua avventura che ne intrecciava tante altre....
Un titolo, un volto, una corrispondenza dell'anima.... a volte comincia così e dura una vita: è il bello dei libri, di alcuni libri. E ancora mi rimane il sapore di quella vita agra, ancora accompagno Luciano Bianciardi, lo scrittore di provincia, anzi della Maremma Far West di Italia, che sbarcò giovane e anarchico nella Milano che stava diventando Milano.
Ancora mi emoziona la sua storia di genio e spreco, di libertà e malinconia, di lucidità e nebbia alcolica, solitudine rumorosa che fa bene tenersi vicino al cuore.
Il libro di Corrias, per quanto mi riguarda, mi fece conoscere Luciano Bianciardi e mi fece approdare alla Vita agra. Ed è anche curioso che la biografia, chiamiamola così per comodità, di uno scrittore si faccia leggere prima dell'opera di quello stesso scrittore. Però sono contento così.
A distanza di 20 anni quel libro ritorna, in una altra edizione. Leggo, dalla nuova introduzione dell'autore:
Il mio viaggio cominciò per caso a Milano, da un nome che condusse a un libro su una bancarella e poi a uno spiraglio. Lo spiraglio rivelò un mondo. Il mondo di Luciano Bianciardi che si era dissolto tra libri introvabili, amici dispersi, racconti mai narrati. E da quel mondo riemerse la sua avventura che ne intrecciava tante altre....
Un titolo, un volto, una corrispondenza dell'anima.... a volte comincia così e dura una vita: è il bello dei libri, di alcuni libri. E ancora mi rimane il sapore di quella vita agra, ancora accompagno Luciano Bianciardi, lo scrittore di provincia, anzi della Maremma Far West di Italia, che sbarcò giovane e anarchico nella Milano che stava diventando Milano.
Ancora mi emoziona la sua storia di genio e spreco, di libertà e malinconia, di lucidità e nebbia alcolica, solitudine rumorosa che fa bene tenersi vicino al cuore.
Nessun commento:
Posta un commento