Bellissimo il ricordo che sulle pagine di Repubblica Antonio Gnoli ci regala di Carlo Fruttero, lo scrittore piemontese e - io aggiungerei, il grande signore della nostra cultura - scomparso qualche giorno fa.
Dice Gnoli di Fruttero:
Lo spaventavano le persone che avevano un'opinione su tutto. Aveva eletto una frase di Valéry a guida del proprio agire: non avere opinioni.
E aggiunge, Gnoli:
Fruttero ha vissuto senza aspettarsi molto. Questa fu la sua forza, il suo segreto: di non sentirsi invincibile. Solo così poteva scherzare, ridere, comversare: "Quando hai lasciato agli altri i destini del mondo a te resta tutto il bello della vita".
Mi piace ricordare anche che la sua prima lettura fu Il corsaro nero, letto ad appena cinque anni. Lo ricordo per complicità salgariana. Ma anche perché ci deve essere una segreta corrispondenza tra il carattere schivo (e il non sentirsi invincibile) e l'amore per i libri scatenato da un personaggio di carta che non si è mai lasciato domare dagli eventi.
Dice Gnoli di Fruttero:
Lo spaventavano le persone che avevano un'opinione su tutto. Aveva eletto una frase di Valéry a guida del proprio agire: non avere opinioni.
E aggiunge, Gnoli:
Fruttero ha vissuto senza aspettarsi molto. Questa fu la sua forza, il suo segreto: di non sentirsi invincibile. Solo così poteva scherzare, ridere, comversare: "Quando hai lasciato agli altri i destini del mondo a te resta tutto il bello della vita".
Mi piace ricordare anche che la sua prima lettura fu Il corsaro nero, letto ad appena cinque anni. Lo ricordo per complicità salgariana. Ma anche perché ci deve essere una segreta corrispondenza tra il carattere schivo (e il non sentirsi invincibile) e l'amore per i libri scatenato da un personaggio di carta che non si è mai lasciato domare dagli eventi.
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