Prima di tutto ci sono i sonni agitati e i ricordi di Saverio, figlio
di un fornaio anarchico che le correnti della vita hanno strappato
alle Apuane, per regalargli una nuova vita nel grembo caldo di
Alessandria d’Egitto. Finora il passato non gli ha mai bussato alle
porte di un presente placido come un mare senza brezza. Però ora che
giace in un letto di ospedale, tra la vita e la morte, quel mare è
diventata onda lunga, che lo percuote, lo allaga, lo invade.
Dove sono le sue radici? Quanto hanno scavato dentro di lui? E così il racconto diventa memoria, diventa viaggio a ritroso, diventa ritorno.
Fino a riportare storie antiche capaci di restituire il senso di appartenenza a chi, esule, più di tutti ne avverte il bisogno. Fino a ritrovare quell’unico paese che si sottrae a ogni confine perché si distende nei territori dell’anima. Fino a recuperare, intatto, quel cielo aperto che ha bisogno solo delle nostre ali e del nostro coraggio.
Un libro di Maurizio Maggiani - Il coraggio del pettirosso - che mi è ricapitato sotto gli occhi a distanza di anni dalla prima lettura. E che è riuscito a restituirmi quasi le stesse emozioni: non è davvero poco.
Dove sono le sue radici? Quanto hanno scavato dentro di lui? E così il racconto diventa memoria, diventa viaggio a ritroso, diventa ritorno.
Fino a riportare storie antiche capaci di restituire il senso di appartenenza a chi, esule, più di tutti ne avverte il bisogno. Fino a ritrovare quell’unico paese che si sottrae a ogni confine perché si distende nei territori dell’anima. Fino a recuperare, intatto, quel cielo aperto che ha bisogno solo delle nostre ali e del nostro coraggio.
Un libro di Maurizio Maggiani - Il coraggio del pettirosso - che mi è ricapitato sotto gli occhi a distanza di anni dalla prima lettura. E che è riuscito a restituirmi quasi le stesse emozioni: non è davvero poco.
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