Hasse, un ragazzo scuro e alto che era cinque volte più forte di
me, aveva l'abitudine di buttarmi a terra a ogni intervallo, il primo
anno di scuola.
All'inizio opponevo una fiera resistenza, ma non serviva a niente, lui mi atterrava comunque e trionfava.
Alla fine trovai il modo di frustrarlo: una totale rilassatezza.
Quando si avvicinava, fingevo che il mio io se ne fosse volato via e avesse lasciato soltanto un cadavere, uno straccio senza vita che lui poteva calpestare quanto voleva. Si stufò.
Penso a quanto possa avere significato per me, più avanti nella vita, il metodo di trasformarsi in uno straccio senza vita.
L'arte di lasciarsi calpestare senza perdere l'autostima.
All'inizio opponevo una fiera resistenza, ma non serviva a niente, lui mi atterrava comunque e trionfava.
Alla fine trovai il modo di frustrarlo: una totale rilassatezza.
Quando si avvicinava, fingevo che il mio io se ne fosse volato via e avesse lasciato soltanto un cadavere, uno straccio senza vita che lui poteva calpestare quanto voleva. Si stufò.
Penso a quanto possa avere significato per me, più avanti nella vita, il metodo di trasformarsi in uno straccio senza vita.
L'arte di lasciarsi calpestare senza perdere l'autostima.
(Tomas Transtromer, I ricordi mi guardano, Iperborea)
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