Non solo notte fonda, nella realtà del libro e della lettura in Italia. Forse c'è qualche speranza per la poesia, l'invendibile poesia, la poesia per cui gli editori lamentano sempre e solo perdite e gli autori spesso e volentieri devono rimetterci di tasca loro.
Prendete Wislawa Szymborska, per esempio, la grande poetessa scomparsa qualche settimana fa. La raccolta completa delle sue poesie - uscita per Adelphi con il titolo La gioia di scrivere - ha scalato la classifica dei libri più venduti, ha perfino conquistato il primo posto, pensate, quel posto di solito occupato dai Camilleri e dai Ken Follett.
Un premio Nobel, va bene. Ma anche una poetessa polacca dal nome impronunciabile, con un libro di circa 700 pagine, di cui la metà con il testo in lingua originale, e tutto questo in un paese dove si dice e si ridice che la poesia è roba di pochi - a parte gli studenti che imprecano sulle antologie scolastiche.
Aggiunge Roberto Calasso, l'editore, intervistato su Repubblica da Loredana Lipperini:
Questo è il bello: di norma, i lettori di poesia sono lettori che leggono sempre poesia, mentre in questo caso sono stati gli inabituali a scoprire in Wislawa Szymborska cose che non si trovano altrove.
E sarà anche l'effetto Roberto Saviano, con i versi letti a Che tempo che fa. Ma che bello pensare che si possa ancora scommettere sulla qualità e catturare perfino gli inabituali.
Sarebbe contenta la grande Wislawa, proprio lei che una volta su tutto questo scrisse la poesia Ad alcuni piace la poesia, rassegnata all'idea che la poesia piaccia a non più di due persone su mille. Che poi non è nemmeno tanto male.
Prendete Wislawa Szymborska, per esempio, la grande poetessa scomparsa qualche settimana fa. La raccolta completa delle sue poesie - uscita per Adelphi con il titolo La gioia di scrivere - ha scalato la classifica dei libri più venduti, ha perfino conquistato il primo posto, pensate, quel posto di solito occupato dai Camilleri e dai Ken Follett.
Un premio Nobel, va bene. Ma anche una poetessa polacca dal nome impronunciabile, con un libro di circa 700 pagine, di cui la metà con il testo in lingua originale, e tutto questo in un paese dove si dice e si ridice che la poesia è roba di pochi - a parte gli studenti che imprecano sulle antologie scolastiche.
Aggiunge Roberto Calasso, l'editore, intervistato su Repubblica da Loredana Lipperini:
Questo è il bello: di norma, i lettori di poesia sono lettori che leggono sempre poesia, mentre in questo caso sono stati gli inabituali a scoprire in Wislawa Szymborska cose che non si trovano altrove.
E sarà anche l'effetto Roberto Saviano, con i versi letti a Che tempo che fa. Ma che bello pensare che si possa ancora scommettere sulla qualità e catturare perfino gli inabituali.
Sarebbe contenta la grande Wislawa, proprio lei che una volta su tutto questo scrisse la poesia Ad alcuni piace la poesia, rassegnata all'idea che la poesia piaccia a non più di due persone su mille. Che poi non è nemmeno tanto male.
Da parte di chi cerca di fare poesia onesta, quello che hai scritto è interessante e dona la speranza, di essere letti e capiti per quello che realmente si vale.
RispondiEliminaBuona giornata.