Il vero spettro che infestava i sogni di Robert Louis Stevenson non era il tesoro segreto e nascosto dei pirati, ma il segreto del male nascosto nelle cantine dell'anima.
Così scrive Giuseppe Montesano su Repubblica, a proposito dell'autore de L'isola del tesoro, e soprattutto de Lo Strano caso del Dr Jekyll e Mr Hyde, spiegandoci bene che con Stevenson si va ben oltre il brivido per l'avventura. Non siamo di fronte a uno scrittore di evasione, ma semmai di fronte a uno scrittore che ci mette spietatatamente di fronte al lato più oscuro dell'animo umano.
Il Bene e il Male, questo è il tema che ritorna più volte in Stevenson e che ritroviamo anche nell'ultima opera che di lui possiamo leggere in Italia, il racconto postumo Una vecchia canzone, ora pubblicato da Barbès.
Il Bene e il Male, contrapposizione e anche ossessione che non era certo estranea a un ambiente fortemente religioso come quello in cui era nato e cresciuto Stevenson: i giusti e gli empi, Caino e Abele. Però sentite cosa afferma Montesano:
Ma Stevenson, con un gesto degno dei supremi romanzieri, rifiutò la semplificazione morale della Bibbia coatta della sua infanzia, e rese il conflitto tra fratelli un conflitto che rivive nel cuore di ognuno. L'uomo è duplice, un empio e un giusto nella stessa persona.
Jekill e Hyde siamo noi, lo siamo insieme, due facce della stessa medaglia. Facile dirlo oggi, ma pensate ai tempi di Stevenson. Prima di Freud e tutto il resto.
Così scrive Giuseppe Montesano su Repubblica, a proposito dell'autore de L'isola del tesoro, e soprattutto de Lo Strano caso del Dr Jekyll e Mr Hyde, spiegandoci bene che con Stevenson si va ben oltre il brivido per l'avventura. Non siamo di fronte a uno scrittore di evasione, ma semmai di fronte a uno scrittore che ci mette spietatatamente di fronte al lato più oscuro dell'animo umano.
Il Bene e il Male, questo è il tema che ritorna più volte in Stevenson e che ritroviamo anche nell'ultima opera che di lui possiamo leggere in Italia, il racconto postumo Una vecchia canzone, ora pubblicato da Barbès.
Il Bene e il Male, contrapposizione e anche ossessione che non era certo estranea a un ambiente fortemente religioso come quello in cui era nato e cresciuto Stevenson: i giusti e gli empi, Caino e Abele. Però sentite cosa afferma Montesano:
Ma Stevenson, con un gesto degno dei supremi romanzieri, rifiutò la semplificazione morale della Bibbia coatta della sua infanzia, e rese il conflitto tra fratelli un conflitto che rivive nel cuore di ognuno. L'uomo è duplice, un empio e un giusto nella stessa persona.
Jekill e Hyde siamo noi, lo siamo insieme, due facce della stessa medaglia. Facile dirlo oggi, ma pensate ai tempi di Stevenson. Prima di Freud e tutto il resto.
Sono d'accordo sulla tua conclusione. Sullo stesso racconto avevo scritto qualche riga inviata alla redazioe fiorentina di Repubblica. Non so se è stata pubblicata. Ciao. susanna
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