mercoledì 9 maggio 2012

Di buon passo si va lontano

A piedi. Sì, a piedi. Da casa a casa, passando per tanti luoghi che mi attraggono e per altri che ancora non so. Sono abbastanza anziano per apprezzarlo e abbastanza in forze per poterlo fare. Ho conosciuto molti vecchi che camminavano per i monti, si può fare sempre, se le ginocchia funzionano.

E' prima di tutto questo che ci dice Andrea Bocconi in Di buon passo (Guanda editore): la verità dei luoghi può essere assorbita solo con il dono della lentezza, in un procedere che è un lieve caracollare. Perché se sei un proiettile che squarcia il mondo, quel mondo non lo capirai mai, gli potrai fare solo del male. E davvero, dello spirito di quei luoghi non riuscirai mai a impregnarti.

Però se scegli la lentezza allora puoi entrare in un convento o montare la tenda sul limitare di un bosco, riposare il tuo corpo poco allenato in una trattoria su cui non avresti scommesso due lire oppure spendere le tue prime parole al mattino con gli sconosciuti di un paesino di montagna.

Puoi fare questo e puoi fare altro: ma in ogni caso è così che impari qualcosa di più del mondo che ti circonda e del mondo che sei tu. È così che capisci perché lo fai.

Andrea Bocconi questa volta non va lontano, come ha fatto in altri libri, saltando di continente in continente. Non va lontano, e va anche piano, a piedi per un mondo di cui dovrebbe sapere fin troppo.

Un fazzoletto di terra tra la Toscana, l’Umbria e la Romagna: ma quanta storia c’è qui, e quante storie.

Ditelo ai fanatici del turismo estremo: il viaggio è qui, dietro casa.


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