venerdì 17 agosto 2012

Caro direttore, cosa significa sentirsi a casa?

Signor Direttore,
seguendo i suoi consigli-risposte ai lettori mi sono dedicato a coltivare la mia dimora per renderla più accogliente. Mi sono circondato di mobili, non numerosi ma simpatici, e di oggetti della medesima natura, in modo da sentirmi a casa mia, obbedendo al suo incoraggiamento.


Devo però confessare che il significato di tale espressione mi sfugge, visto che non mi sento a casa mia neppure a casa mia, mi sento invece a casa di qualcuno che non c'è, il che, beninteso, crea tra noi un vincolo fraterno di assenza reciproca, ma rende quantomeno difficile frequentarsi.


Nonostante questa contraddizione, questo "nodo", come direbbe qualcuno, è chiaro che per essere davvero a casa propria bisogna anzitutto essere a casa degli altri, ed è per questo che le scrivo di nuovo nella speranza di un consiglio.


Quali sono le possibilità di comunicazione e dialogo?

(da Romain Gary, Mio caro pitone, Neri Pozza)

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