All'inizio ai genitori aveva scritto cose così:
State sicuri, state allegri, perché io sto bene, mi diverto assai.
Oppure:
Sono andato in combattimento ridendo e scherzando e con una tranquillità che ripensata poi, faceva meraviglia a me stesso.
Si chiamava Sisto Monte Buzzetti, veniva dall'Umbria, era partito che non aveva nemmeno 20 anni per le trincee della prima guerra mondiale. Uno dei quattro milioni di italiani che vissero l'esperienza del fronte e uno dei 600 mila che non tornarono più. Il 9 giugno 1917, due giorni prima del suo ventunesimo compleanno, le schegge di una bomba gli dilaniarono il fianco sinistro. Non ci fu nulla da fare.
Insomma, uno dei giovani di cui è rimasto un ritratto nella sala da pranzo della famiglia: il povero Sisto.
Ai genitori aveva scritto anche queste righe:
Quando sul giornale giungeranno notizie di azioni svoltesi da queste parti, prima di tutto non dovete allarmarvi, poiché vi tengo informato da me di quel che mi succede; in secondo luogo, mettetemi da parte i giornali che tali notizie porteranno. Quando tornerò mi divertirò a sfogliarli, ed a ritornar colla mente ai tempi trascorsi quassù.
Quei giornali Sisto non ebbe più modo di leggerli. Siamo noi che possiamo ancora leggere le sue lettere. Dopo aver vinto il Premio Santo Stefano sono state pubblicate da Terre di Mezzo, titolo Scusate la calligrafia.
Da leggere, queste lettere. Da leggere per capire, attraverso una storia tra le tante, cosa è stato il mattatoio della Grande Guerra.
State sicuri, state allegri, perché io sto bene, mi diverto assai.
Oppure:
Sono andato in combattimento ridendo e scherzando e con una tranquillità che ripensata poi, faceva meraviglia a me stesso.
Si chiamava Sisto Monte Buzzetti, veniva dall'Umbria, era partito che non aveva nemmeno 20 anni per le trincee della prima guerra mondiale. Uno dei quattro milioni di italiani che vissero l'esperienza del fronte e uno dei 600 mila che non tornarono più. Il 9 giugno 1917, due giorni prima del suo ventunesimo compleanno, le schegge di una bomba gli dilaniarono il fianco sinistro. Non ci fu nulla da fare.
Insomma, uno dei giovani di cui è rimasto un ritratto nella sala da pranzo della famiglia: il povero Sisto.
Ai genitori aveva scritto anche queste righe:
Quando sul giornale giungeranno notizie di azioni svoltesi da queste parti, prima di tutto non dovete allarmarvi, poiché vi tengo informato da me di quel che mi succede; in secondo luogo, mettetemi da parte i giornali che tali notizie porteranno. Quando tornerò mi divertirò a sfogliarli, ed a ritornar colla mente ai tempi trascorsi quassù.
Quei giornali Sisto non ebbe più modo di leggerli. Siamo noi che possiamo ancora leggere le sue lettere. Dopo aver vinto il Premio Santo Stefano sono state pubblicate da Terre di Mezzo, titolo Scusate la calligrafia.
Da leggere, queste lettere. Da leggere per capire, attraverso una storia tra le tante, cosa è stato il mattatoio della Grande Guerra.
Non mi anoiare mai di leggere questo genere di letteratura perche mi apasiona;mi segno il titolo del libro.Daniela V.
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