La storia di questo libro è lunga, come mi raccontò un giorno a tavola Matvejevic stesso e come qui spiega ai lettori: non solo perchè prende le mosse più di cinquemila anni fa - in quell'area a sud del "mare nostrum" che ha saputo darci anche il "panem nostrum" - ma soprattutto perché sgorga dal ricordo del bambino Predrag che, su invito del padre e di nascosto dai vicini, porta metà della razione bisettimanale di pane dell'intera famiglia a tre prigionieri tedeschi.
Quel pane che il padre prigioniero aveva ricevuto in dono da un pastore tedesco durante i suoi lavori forzati, riemerge tra le mani innocenti di un bambino per essere a sua volta dono per l'affamato. proprio come scrive Qohelet:
Getta il tuo pane sulle acque, perché con il tempo lo ritroverai.
(Enzo Bianchi, dalla prefazione a Pane Nostro di Predrag Matvejevic, Garzanti)
Quel pane che il padre prigioniero aveva ricevuto in dono da un pastore tedesco durante i suoi lavori forzati, riemerge tra le mani innocenti di un bambino per essere a sua volta dono per l'affamato. proprio come scrive Qohelet:
Getta il tuo pane sulle acque, perché con il tempo lo ritroverai.
(Enzo Bianchi, dalla prefazione a Pane Nostro di Predrag Matvejevic, Garzanti)
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