Un pugno di pagine, quattro capitoli che non sono nemmeno
capitoli. Schegge di prosa, in questo modo ha preferito presentarle
l'editore, forse a ragione. Quanto rimane di un grande libro che poteva
essere e non è stato.
Le Alpi nel mare (Adelphi) raccoglie ciò che W.G. Sebald ha fatto in tempo a scrivere del suo ultimo vagabondaggio, in Corsica, prima che un incidente lo portasse prematuramente via. Ed è quanto basta per provare un enorme rimpianto.
Quante cose che ci sono qui dentro. La grandezza di Napoleone vista con l'occhio dei genitori, la solitudine di un cimitero solitario, il mare e le ruvide montagne dell'interno, lampi di genio sulla Storia e sui destini di tutti noi, frasi che ti si conficcano comunque dentro, come: Mi piace moltissimo andare al cinema in città straniere - cosa che mi ha fatto rincorrere ricordi per una sera.
Quattro schegge per disegnare un'isola di luci e ombre, di corpi pulsanti e di fantasmi, di un Mediterraneo che è Mediterraneo e che allo stesso tempo è qualcosa d'altro.
La Corsica che per me, toscano, è a poche ore di traghetto, l'isola dall'altra parte. E che pure, mi accorgo ora, è uno dei posti più indefiniti e sfuggenti su cui mi sia mai capitato di riflettere.
Sebald, forse, aveva cominciato a sbozzare il suo mistero. Ci sono rimasti solo i suoi primi colpi.
Le Alpi nel mare (Adelphi) raccoglie ciò che W.G. Sebald ha fatto in tempo a scrivere del suo ultimo vagabondaggio, in Corsica, prima che un incidente lo portasse prematuramente via. Ed è quanto basta per provare un enorme rimpianto.
Quante cose che ci sono qui dentro. La grandezza di Napoleone vista con l'occhio dei genitori, la solitudine di un cimitero solitario, il mare e le ruvide montagne dell'interno, lampi di genio sulla Storia e sui destini di tutti noi, frasi che ti si conficcano comunque dentro, come: Mi piace moltissimo andare al cinema in città straniere - cosa che mi ha fatto rincorrere ricordi per una sera.
Quattro schegge per disegnare un'isola di luci e ombre, di corpi pulsanti e di fantasmi, di un Mediterraneo che è Mediterraneo e che allo stesso tempo è qualcosa d'altro.
La Corsica che per me, toscano, è a poche ore di traghetto, l'isola dall'altra parte. E che pure, mi accorgo ora, è uno dei posti più indefiniti e sfuggenti su cui mi sia mai capitato di riflettere.
Sebald, forse, aveva cominciato a sbozzare il suo mistero. Ci sono rimasti solo i suoi primi colpi.
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