C’è il Po, il grande fiume che scorre placido dandoti un’illusione di
eternità.
E c’è la pianura che il Po attraversa, con le sue distese dove puoi lanciare lontano lo sguardo, le sue nebbie e i suoi contorni sfumati, le sue stradine che seguono il fiume come un ospite dimesso.
E poi c’è l’uomo, che su queste stradine cammina, seguendo il fiume, per arrivare dove il mare di terra diventa semplicemente mare.
Verso la foce di Gianni Celati (Feltrinelli) è un altro viaggio sotto casa, impastato di quiete, riflessione e nostalgia, un altro viaggio per dimostrarci che non è dove vai, ma come vai, perché ovunque c’è una frontiera e un orizzonte, una soglia che ti apre un mondo e un incontro che può cambiarti la vita.
Celati, in questo libretto, ci aiuta a capirlo meglio, portandoci anche un altro regalo: la bellezza di gesti semplici, semplicissimi, come sedersi su un argine per rimirare l’acqua che se ne va verso la foce.
E c’è la pianura che il Po attraversa, con le sue distese dove puoi lanciare lontano lo sguardo, le sue nebbie e i suoi contorni sfumati, le sue stradine che seguono il fiume come un ospite dimesso.
E poi c’è l’uomo, che su queste stradine cammina, seguendo il fiume, per arrivare dove il mare di terra diventa semplicemente mare.
Verso la foce di Gianni Celati (Feltrinelli) è un altro viaggio sotto casa, impastato di quiete, riflessione e nostalgia, un altro viaggio per dimostrarci che non è dove vai, ma come vai, perché ovunque c’è una frontiera e un orizzonte, una soglia che ti apre un mondo e un incontro che può cambiarti la vita.
Celati, in questo libretto, ci aiuta a capirlo meglio, portandoci anche un altro regalo: la bellezza di gesti semplici, semplicissimi, come sedersi su un argine per rimirare l’acqua che se ne va verso la foce.
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