La bellezza ci fa uscire da un mondo di fantasmi tutti uguali, ci apre a un'abbondanza incommensurabile e imprevedibile che ci stupisce e ci rinnova.
Se dimentichiamo la bellezza, invece, il rischio è di perdere il contatto con la concretezza della vita.
In una storia di Kafka, il dio Poseidone (Nettuno) è sempre il dio dei mari, ma è un burocrate. L'amministrazione dei mari gli dà un gran da fare, e lui rimane incollato al suo tavolo.
Essendo coscienzioso, non vuole delegare il lavoro ai suoi assistenti. E quindi non riesce mai a fare quello che gli piacerebbe più di ogni altra cosa: un bel giro di tutti i mari per vedere come sono, e poi una bella nuotata.
Anche noi corriamo quel rischio: di vivere nella burocrazia della realtà, anziché nella realtà.
(Piero Ferrucci, La bellezza e l'anima, Mondadori)
Se dimentichiamo la bellezza, invece, il rischio è di perdere il contatto con la concretezza della vita.
In una storia di Kafka, il dio Poseidone (Nettuno) è sempre il dio dei mari, ma è un burocrate. L'amministrazione dei mari gli dà un gran da fare, e lui rimane incollato al suo tavolo.
Essendo coscienzioso, non vuole delegare il lavoro ai suoi assistenti. E quindi non riesce mai a fare quello che gli piacerebbe più di ogni altra cosa: un bel giro di tutti i mari per vedere come sono, e poi una bella nuotata.
Anche noi corriamo quel rischio: di vivere nella burocrazia della realtà, anziché nella realtà.
(Piero Ferrucci, La bellezza e l'anima, Mondadori)
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