Negli Stati Uniti sono già pronti a metterci la mano sul fuoco: sarà lui lo scrittore dell'anno. Affermazione certo che suona un po' acerba, visto che siamo a gennaio. Però non c'è dubbio che Georges Saunders sia sulla cresta dell'onda. Il New York Times si è inchinato al suo talento, autori come Dave Eggers e Thomas Pinchon non hanno risparmiato gli elogi.
In Italia dovremo attendere ancora un po' per leggere il libro per cui tante parole si sono sprecate. Ma di Tenth of December - i cui diritti sono stati acquistati da Minimum Fax - la cosa che risalta è che si tratta di una raccolta di racconti.
I racconti, si sa, fanno gridare meno al capolavoro di quanto capiti ai romanzi. Ma perché Saunders scrive racconti? Mi piace cosa ha risposto ad Antonio Monda, sulle pagine di Repubblica.
Insomma, se scrive racconti è perché si è formato su autori come Isaac Babel o Sherwood Anderson, che il meglio di loro lo hanno dato nei racconti. E poi la brevità è bellezza, senz'altro, ed è affascinante raccontare in poche pagine qualcosa di compiuto.
Tuttavia, nella mia scelta narrativa, c'è un dato puramente pragmatico: quando ho iniziato a scrivere non avevo un dollaro e dovevo barcamenarmi tra mille occupazioni. Non avevo il tempo di concepire e scrivere qualcosa di lungo.
E sapete, trovo la cosa splendidamente americana. Così vera, così semplice, al limite dell'ingenuità.
In Italia dovremo attendere ancora un po' per leggere il libro per cui tante parole si sono sprecate. Ma di Tenth of December - i cui diritti sono stati acquistati da Minimum Fax - la cosa che risalta è che si tratta di una raccolta di racconti.
I racconti, si sa, fanno gridare meno al capolavoro di quanto capiti ai romanzi. Ma perché Saunders scrive racconti? Mi piace cosa ha risposto ad Antonio Monda, sulle pagine di Repubblica.
Insomma, se scrive racconti è perché si è formato su autori come Isaac Babel o Sherwood Anderson, che il meglio di loro lo hanno dato nei racconti. E poi la brevità è bellezza, senz'altro, ed è affascinante raccontare in poche pagine qualcosa di compiuto.
Tuttavia, nella mia scelta narrativa, c'è un dato puramente pragmatico: quando ho iniziato a scrivere non avevo un dollaro e dovevo barcamenarmi tra mille occupazioni. Non avevo il tempo di concepire e scrivere qualcosa di lungo.
E sapete, trovo la cosa splendidamente americana. Così vera, così semplice, al limite dell'ingenuità.
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