Che questo sia un romanzo storico o una storia della prima crociata 'attraversata' da un racconto più o meno immaginario, o qualunque altra cosa, non sono io a doverlo decidere: perché rispetto i generi letterari ma, grazie a Dio, non me ne occupo.
E allora, potrei provare io a rispondere a proposito di L'avventura di un povero crociato di Franco Cardini. Questo è di gran lunga più il libro di uno storico che di un romanziere. Di uno storico che per una volta ha usato un espediente narrativo e da esso si è fatto portare lontano.
Un documento, da questo è partito Franco Cardini: una donazione a un tale Rimondino di Donnuccio - magnifico nome medievale o forse da Armata Brancaleone - per il servizio reso al suo signore a Gerusalemme. Di Rimondino non si sa nient'altro, esiste solo questo documento, che quindi è assai meno espediente dei documenti inventati per le loro narrazioni da Alessandro Manzoni o da Umberto Eco. Però è sufficiente per accendere il riflettore della curiosità e della fantasia e per accompagnare Rimondino dalle terre del Casentino, montagna toscana, fino alla piana riarsa di fronte alla Città Santa, per l'assedio e poi il terrificante massacro che per la storia è la Prima Crociata: quella della Gerusalemme Liberata.
Forse la narrazione funziona così e così, perché il narratore poi si lascia prendere dallo storico, il grandissimo storico che ha voglia di descrivere, spiegare, illuminare tutto. E di Rimondino si perdono più volte le tracce. Ma che bellezza, il viaggio raccontato in queste pagine (a partire dall'Arno disceso con le zattere, tra molteplici rischi). E quanto ci sarebbe da ragionare sul sottile gioco di rimandi e corrispondenze tra la fantasia e la verità storica.
Per questo, forse, qua e là mi è capitato di avere la sensazione di 'toccare' la verità della prima crociata - e , diciamo così, il suo odore - più da vicino di quanto non mi sia accaduto quando l'ho avvicinata con i soli strumenti della ricerca storica.
Dichiarazione, poi, che va a riconoscimento della sincerità e dell'umiltà dello storico.
E allora, potrei provare io a rispondere a proposito di L'avventura di un povero crociato di Franco Cardini. Questo è di gran lunga più il libro di uno storico che di un romanziere. Di uno storico che per una volta ha usato un espediente narrativo e da esso si è fatto portare lontano.
Un documento, da questo è partito Franco Cardini: una donazione a un tale Rimondino di Donnuccio - magnifico nome medievale o forse da Armata Brancaleone - per il servizio reso al suo signore a Gerusalemme. Di Rimondino non si sa nient'altro, esiste solo questo documento, che quindi è assai meno espediente dei documenti inventati per le loro narrazioni da Alessandro Manzoni o da Umberto Eco. Però è sufficiente per accendere il riflettore della curiosità e della fantasia e per accompagnare Rimondino dalle terre del Casentino, montagna toscana, fino alla piana riarsa di fronte alla Città Santa, per l'assedio e poi il terrificante massacro che per la storia è la Prima Crociata: quella della Gerusalemme Liberata.
Forse la narrazione funziona così e così, perché il narratore poi si lascia prendere dallo storico, il grandissimo storico che ha voglia di descrivere, spiegare, illuminare tutto. E di Rimondino si perdono più volte le tracce. Ma che bellezza, il viaggio raccontato in queste pagine (a partire dall'Arno disceso con le zattere, tra molteplici rischi). E quanto ci sarebbe da ragionare sul sottile gioco di rimandi e corrispondenze tra la fantasia e la verità storica.
Per questo, forse, qua e là mi è capitato di avere la sensazione di 'toccare' la verità della prima crociata - e , diciamo così, il suo odore - più da vicino di quanto non mi sia accaduto quando l'ho avvicinata con i soli strumenti della ricerca storica.
Dichiarazione, poi, che va a riconoscimento della sincerità e dell'umiltà dello storico.
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