Chi guarda per la prima volta una grande carta dell'Olanda, si meraviglia che un paese così fatto possa esistere. A primo aspetto non si saprebbe dire se ci sia più terra o più acqua, se l'Olanda appartenga più al continente che al mare.
E allora, scordatevi le storie edificanti di Cuore, i buoni sentimenti e gli insegnamenti di un libro buono per i ragazzi e le ragazze di un'Italia che, sui banchi di scuola, cercava ancora di costruirsi, dopo che gli eventi della storia l'avevano già tenuta a battesimo.
L'Edmondo De Amicis di Olanda non sembra nemmeno lo stesso di Cuore: piuttosto è un uomo che guarda lontano, che si lascia sospingere dalla curiosità per le cose del mondo, più giornalista che narratore. Capace di accompagnarci nella vita e nella storia di un paese con la simpatia e l'empatia di un amico più esperto.
E' un gran libro di viaggio, Olanda di Edmondo De Amicis, uno dei più intriganti e meno datati tra quanti ho letto dell'Ottocento. Sarà che qualcosa - o molto - dell'Olanda di oggi si ritrova anche in quest'opera del 1876. Sarà che lo si deve non solo al viaggiatore, ma anche al viaggio: ovvero a questo paese singolare che meriterebbe più attenzione di quanto gliene abbiamo mai data.
Così ben venga Edmondo de Amicis, a raccontarci di questo paese a geografia mutevole, dove prima che la politica è stato il lavoro dell'uomo a cambiare le mappe; di questo popolo che ha domato l'acqua rendendosela amica; di questa gente che ha saputo rendersi libera resistendo ai più grandi Imperi, senza celebrare più di tanto le sue vittorie.
E dei suoi mulini a vento, dei suoi cieli, dei suoi pittori più bravi a rappresentare donne che versano il latte, giovani che scrivono lettere, ubriachi davanti al camino che santi, guerrieri ed eroi.
Bello questo libro. Da raccomandare a chi si prepara a un viaggio in Olanda. E anche a chi non ci andrà mai: sono comunque parole che ci portano lontano.
E allora, scordatevi le storie edificanti di Cuore, i buoni sentimenti e gli insegnamenti di un libro buono per i ragazzi e le ragazze di un'Italia che, sui banchi di scuola, cercava ancora di costruirsi, dopo che gli eventi della storia l'avevano già tenuta a battesimo.
L'Edmondo De Amicis di Olanda non sembra nemmeno lo stesso di Cuore: piuttosto è un uomo che guarda lontano, che si lascia sospingere dalla curiosità per le cose del mondo, più giornalista che narratore. Capace di accompagnarci nella vita e nella storia di un paese con la simpatia e l'empatia di un amico più esperto.
E' un gran libro di viaggio, Olanda di Edmondo De Amicis, uno dei più intriganti e meno datati tra quanti ho letto dell'Ottocento. Sarà che qualcosa - o molto - dell'Olanda di oggi si ritrova anche in quest'opera del 1876. Sarà che lo si deve non solo al viaggiatore, ma anche al viaggio: ovvero a questo paese singolare che meriterebbe più attenzione di quanto gliene abbiamo mai data.
Così ben venga Edmondo de Amicis, a raccontarci di questo paese a geografia mutevole, dove prima che la politica è stato il lavoro dell'uomo a cambiare le mappe; di questo popolo che ha domato l'acqua rendendosela amica; di questa gente che ha saputo rendersi libera resistendo ai più grandi Imperi, senza celebrare più di tanto le sue vittorie.
E dei suoi mulini a vento, dei suoi cieli, dei suoi pittori più bravi a rappresentare donne che versano il latte, giovani che scrivono lettere, ubriachi davanti al camino che santi, guerrieri ed eroi.
Bello questo libro. Da raccomandare a chi si prepara a un viaggio in Olanda. E anche a chi non ci andrà mai: sono comunque parole che ci portano lontano.
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