Siamo così abituati a un mondo dove si sgomita non dico per un posto
al sole, ma anche per l'inquadratura di telecamera, che nemmeno sembra
vero, peggio, si finisce per avvertire pure qui puzza di bruciato. Però
mi fa piacere che si torni a parlare di B. Traven, un grande scrittore
che è anche uno dei grandi misteri della letteratura: perché B. Traven
non si è mai capito veramente chi era e perché si nascondesse dietro
uno pseudonimo.
B. Traven, appunto. Dopo aver letto una riflessione su di lui di Goffredo Fofi sono andato a ricercare qualcosa di lui su Google. E sempre solo quella B puntata.... nemmeno un nome, per l'autore di straordinari romanzi come La nave morta, e soprattutto Il tesoro della Sierra Madre.
Su di lui tante voci, frammenti di notizie. Si dice che per qualche anno sia vissuto in Messico e che in Messico forse sia anche morto. Si dice che sotto questo pseudonimo si nascondesse una di queste persone: Ret Marut, Traven Torsvan o Hal Croves. Nomi e cognomi che in effetti non dicono niente.
B. Traven non è stato certo il primo a scegliersi uno pseudonimo, ma quasi sempre gli pseudonimi vengono giù come castelli di sabbia con l'onda del successo. A volte sono solo furbe operazioni editoriali.
Che tenacia, per difendere ciò che tutti fuggono, l'anonimato. E se il nome di B. Traven lo lego soprattutto a un grande film americano, regia di John Houston, protagonista Humphrey Bogart, che dire se non che anche lui meriterebbe un film?
B. Traven, appunto. Dopo aver letto una riflessione su di lui di Goffredo Fofi sono andato a ricercare qualcosa di lui su Google. E sempre solo quella B puntata.... nemmeno un nome, per l'autore di straordinari romanzi come La nave morta, e soprattutto Il tesoro della Sierra Madre.
Su di lui tante voci, frammenti di notizie. Si dice che per qualche anno sia vissuto in Messico e che in Messico forse sia anche morto. Si dice che sotto questo pseudonimo si nascondesse una di queste persone: Ret Marut, Traven Torsvan o Hal Croves. Nomi e cognomi che in effetti non dicono niente.
B. Traven non è stato certo il primo a scegliersi uno pseudonimo, ma quasi sempre gli pseudonimi vengono giù come castelli di sabbia con l'onda del successo. A volte sono solo furbe operazioni editoriali.
Che tenacia, per difendere ciò che tutti fuggono, l'anonimato. E se il nome di B. Traven lo lego soprattutto a un grande film americano, regia di John Houston, protagonista Humphrey Bogart, che dire se non che anche lui meriterebbe un film?
Ma quanta ragione hai, nel mondo di oggi tutti vogliono essere dei protagonisti sia nel bene che nel male,ma ci vuole molta umiltà per fare sottomettere il nostro ego e non diventare come gli altri. Ottimopost
RispondiElimina