Tutte le volte che mangiamo c'è un fiore all'origine di quel gusto. All'origine di un piatto di pasta c'è una spiga, fiorita e poi fecondata da un meccanismo perfetto, evoluto grazie alla saggezza di miliardi di anni e fatto di vento e volo di insetti.
Beviamo un bicchiere di vino? I piccoli fiori che la vite apre ai primi di giugno regaleranno mille acini; saranno un giorno sorrisi di persone felici intorno a un tavolo.
E quel formaggio? E' così buono perché viene da un alpeggio, dove mille fiori più mille hanno arricchito il pasto di una mucca o di una capra. Daranno un latte unico perché unici sono quel prato e i suoi sapori.
Diciamo la verità, se non me l'avessero regalato difficilmente mi sarei ritrovato tra le mani Grom, storia di un'amicizia, qualche gelato e molti fiori, il libro pubblicato per Bompiani, in cui Federico Grom e Guido Martinetti raccontano la loro straordinaria storia di gelatai che si sono inventati dal nulla, inseguendo il sogno dei "buoni sapori di una volta".
E magari si può anche dire: troppi buoni sentimenti, troppe citazioni furbette, qualità letteraria così così (ma nemmeno eccessive pretese in questo senso). Però, davvero, storie così fanno bene ai libri, alla lettura e a chi legge.
E io non posso ringraziare, per le ore in cui ho goduto della storia di Grom, con diverse curiosità soddisfatte, una voglia di gelato in progressione geometrica e un pizzico di invidia.
Beviamo un bicchiere di vino? I piccoli fiori che la vite apre ai primi di giugno regaleranno mille acini; saranno un giorno sorrisi di persone felici intorno a un tavolo.
E quel formaggio? E' così buono perché viene da un alpeggio, dove mille fiori più mille hanno arricchito il pasto di una mucca o di una capra. Daranno un latte unico perché unici sono quel prato e i suoi sapori.
Diciamo la verità, se non me l'avessero regalato difficilmente mi sarei ritrovato tra le mani Grom, storia di un'amicizia, qualche gelato e molti fiori, il libro pubblicato per Bompiani, in cui Federico Grom e Guido Martinetti raccontano la loro straordinaria storia di gelatai che si sono inventati dal nulla, inseguendo il sogno dei "buoni sapori di una volta".
E magari si può anche dire: troppi buoni sentimenti, troppe citazioni furbette, qualità letteraria così così (ma nemmeno eccessive pretese in questo senso). Però, davvero, storie così fanno bene ai libri, alla lettura e a chi legge.
E io non posso ringraziare, per le ore in cui ho goduto della storia di Grom, con diverse curiosità soddisfatte, una voglia di gelato in progressione geometrica e un pizzico di invidia.
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