E' strano come i tetri pensieri svaniscono appena si mette piede in Asia.
Solo ieri eravamo ancora sballottati nel mare del pensiero europeo, con le sue ansie politiche, le sue miserie sociali e le sue irrequiete aspirazioni, eredità dell'instabile razza di Giapeto, mentre ora ci sembra di scivolare sull'acqua immobile dove possiamo riposarci e dimenticare e rendere grazie.
L'incanto dell'Est è l'assenza di riflessione intellettuale, è la libertà che la mente si prende dall'ansia di guardare avanti e dal dolore di guardare indietro.
Nessuno qui pensa al passato o al futuro, ma solo al presente, e fino al giorno della morte, credo che sia solo il presente a durare.
(da Anne Blunt, A Pilgrimage to Nejd, 1881)
Solo ieri eravamo ancora sballottati nel mare del pensiero europeo, con le sue ansie politiche, le sue miserie sociali e le sue irrequiete aspirazioni, eredità dell'instabile razza di Giapeto, mentre ora ci sembra di scivolare sull'acqua immobile dove possiamo riposarci e dimenticare e rendere grazie.
L'incanto dell'Est è l'assenza di riflessione intellettuale, è la libertà che la mente si prende dall'ansia di guardare avanti e dal dolore di guardare indietro.
Nessuno qui pensa al passato o al futuro, ma solo al presente, e fino al giorno della morte, credo che sia solo il presente a durare.
(da Anne Blunt, A Pilgrimage to Nejd, 1881)
ho letto questo libro quasi 3 anni fa e mi è sembrato bello, soprattutto l'introduzione di Mary Morris, che parla di come anche le donne possanno e debbano partire, essere loro lo straniero che arriva in città. Mi fa piacere vederlo segnalato!
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