A quasi cent'anni, ho imparato la sopportazione.
Così dice il grande Boris Pahor in un'intervista di Antonio Gnoli, pubblicata su Repubblica qualche settimana fa, mentre si avvicina al secolo di vita e ancora gira per l'Europa per raccontare i suoi libri e coltivare la memoria. Del resto per spostarsi prende l'autobus e per un'intervista può fissare ancora a un bar. Ma perché va ancora in giro?
Vado perché sta crescendo il disinteresse per il passato. Dilaga l'oscurità e con essa l'indistinzione.
Domanda: e il futuro?
Non mi aspetto granchè. Se ragiono con la mente mi fido poco dell'uomo e delle sue pulsioni. Basta vedere cosa è accaduto nel Novecento. Ma poi mi dico: Boris, se tu sei qui a raccontarlo, e qualcuno ancora ascolta, allora non si è proprio soli. Non abbiamo del tutto fallito.
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