Racconta un viaggio a piedi, l'ultimo libro di Simona Baldanzi, e detto così non è che dico molto, perché sono tanti negli ultimi tempi i libri su viaggi a piedi - anch'io ho dato il mio contributo. Però aggiungo subito: questo è un viaggio a piedi che consente di scrivere un libro molto particolare.
Perchè in Il Mugello è una trapunta di terra (Contromano Laterza) si racconta più un ritorno che un distacco e si guarda a ciò che è vicino piuttosto che a ciò che è distante. Perché più che descrivere un viaggio si raccolgono le storie che si incontrano quando ci si mette davvero in gioco. Perché con i piedi si attraversa anche il tempo e si prova a regolare diversi conti in sospeso, giusto per intravedere una possibilità di riconciliazione.
Simona è scrittrice del Mugello, che dal Mugello si è allontanata e che ora sembra voler stringere con la sua terra un nuovo patto, attraversandolo con scarpe da trekking e zaino in spalla. Della sua terra ha già parlato in tante sue pagine - raccontandone in cambiamenti che ha subito e le responsabilità di chi glieli ha inflitti, denunciando gli orrori ambientali e i disastri del lavoro. Ma ora, ora chissà, si può ripartire, senza dimenticare i torti, le violenze subite, ma sì, si può ripartire.
E' tutta lì la forza del camminare - afferma Simona - sapere da dove vieni e dove devi andare e tenere insieme le due cose. Perché nella vita di tutti i giorni non è possibile?
Allora meglio inanellare uno dietro l'altro i 120 chilometri di sentieri dalla Barbiana di don Milani al Monte Sole delle stragi nazifasciste - storia prima di un'altra storia, storia che deve appartenere al nostro presente. Meglio lasciarsi accompagnare dalla parabola dell'Emmelunga, l'azienda di mobili che un'era geologica prima dell'Ikea conquistò gli italiani con i suoi sogni da televendita, quando apparire era tutto, quando ai mobili del noce bastava avere solo il colore.
Storie di gente in viaggio, storie dalla terra che si attraversa. Storie senza tempo e storie di oggi, quasi sempre storte. Ma con una nuova convinzione, che si può abitare diversamente le proprie case - non più con i componibili dell'Emmelunga - e allo stesso modo si può abitare, abitare davvero, la propria terra. Perché è così:
Dovremmo tornare ad abitare davvero l'Italia, ad averne cura come se fosse sempre casa nostra, dalle pianure alle montagne, dalle coste alle rive dei fiumi, dalle piazze alle strade, dalle salite alle discese, dalle grandi città ai minuscoli paesi. Ogni angolo, ogni minimo pezzettino oltre le nostre case, oltre i nostri muri, oltre i nostri giardini, averne cura più dei nostri mobili e delle nostre stanze ricolme.
Perchè in Il Mugello è una trapunta di terra (Contromano Laterza) si racconta più un ritorno che un distacco e si guarda a ciò che è vicino piuttosto che a ciò che è distante. Perché più che descrivere un viaggio si raccolgono le storie che si incontrano quando ci si mette davvero in gioco. Perché con i piedi si attraversa anche il tempo e si prova a regolare diversi conti in sospeso, giusto per intravedere una possibilità di riconciliazione.
Simona è scrittrice del Mugello, che dal Mugello si è allontanata e che ora sembra voler stringere con la sua terra un nuovo patto, attraversandolo con scarpe da trekking e zaino in spalla. Della sua terra ha già parlato in tante sue pagine - raccontandone in cambiamenti che ha subito e le responsabilità di chi glieli ha inflitti, denunciando gli orrori ambientali e i disastri del lavoro. Ma ora, ora chissà, si può ripartire, senza dimenticare i torti, le violenze subite, ma sì, si può ripartire.
E' tutta lì la forza del camminare - afferma Simona - sapere da dove vieni e dove devi andare e tenere insieme le due cose. Perché nella vita di tutti i giorni non è possibile?
Allora meglio inanellare uno dietro l'altro i 120 chilometri di sentieri dalla Barbiana di don Milani al Monte Sole delle stragi nazifasciste - storia prima di un'altra storia, storia che deve appartenere al nostro presente. Meglio lasciarsi accompagnare dalla parabola dell'Emmelunga, l'azienda di mobili che un'era geologica prima dell'Ikea conquistò gli italiani con i suoi sogni da televendita, quando apparire era tutto, quando ai mobili del noce bastava avere solo il colore.
Storie di gente in viaggio, storie dalla terra che si attraversa. Storie senza tempo e storie di oggi, quasi sempre storte. Ma con una nuova convinzione, che si può abitare diversamente le proprie case - non più con i componibili dell'Emmelunga - e allo stesso modo si può abitare, abitare davvero, la propria terra. Perché è così:
Dovremmo tornare ad abitare davvero l'Italia, ad averne cura come se fosse sempre casa nostra, dalle pianure alle montagne, dalle coste alle rive dei fiumi, dalle piazze alle strade, dalle salite alle discese, dalle grandi città ai minuscoli paesi. Ogni angolo, ogni minimo pezzettino oltre le nostre case, oltre i nostri muri, oltre i nostri giardini, averne cura più dei nostri mobili e delle nostre stanze ricolme.
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