Anche per chi non era ancora nato negli anni di queste vicende. Anche per chi le notizie dei telegiornali ha cominciato a seguirle solo dopo che Enrico Berlinguer se n'era andato, ucciso da un malore durante un comizio a Padova. Anche per chi comunista non è mai stato e non ne ha avuto mai nemmeno la più tenue tentazione. E dirò di più: anche per chi di politica ne ha sempre masticata poca e con la dovuta diffidenza.
Perché è una bellissimo libro, Enrico Berlinguer di Chiara Valentini (Feltrinelli), biografia che finalmente mi è capitato di leggere, vincendo pigrizie e diffidenze. Biografia a tutto tondo, sottolineo, niente a che vedere con un saggio o peggio ancora con il tentativo di propinarci un santino politico.
Nonostante le complicate vicende di un partito e di un leader che attraversa decenni decisivi della storia del nostro paese, qui c'è soprattutto un uomo. Schivo, rigoroso, attento, affettuoso, di poche e buone amicizie e di solidi affetti familiari. Un uomo che certe cose le ha capite perfino prima del tempo e che pure mi piace ricordare soprattutto per i suoi gesti misurati, per il suo sorriso triste.
Forse bisognerebbe partire dalla fine, da quel funerale che vide non un partito, ma la gente di un intero paese stringersi intorno alla sua figura. Ma se questo è l'epilogo, io mi tengo stretto l'inizio: la Sardegna, l'amore per il mare, gli amici con cui si poteva passare le notti a giocare a poker e a coltivare sogni.
Perché è una bellissimo libro, Enrico Berlinguer di Chiara Valentini (Feltrinelli), biografia che finalmente mi è capitato di leggere, vincendo pigrizie e diffidenze. Biografia a tutto tondo, sottolineo, niente a che vedere con un saggio o peggio ancora con il tentativo di propinarci un santino politico.
Nonostante le complicate vicende di un partito e di un leader che attraversa decenni decisivi della storia del nostro paese, qui c'è soprattutto un uomo. Schivo, rigoroso, attento, affettuoso, di poche e buone amicizie e di solidi affetti familiari. Un uomo che certe cose le ha capite perfino prima del tempo e che pure mi piace ricordare soprattutto per i suoi gesti misurati, per il suo sorriso triste.
Forse bisognerebbe partire dalla fine, da quel funerale che vide non un partito, ma la gente di un intero paese stringersi intorno alla sua figura. Ma se questo è l'epilogo, io mi tengo stretto l'inizio: la Sardegna, l'amore per il mare, gli amici con cui si poteva passare le notti a giocare a poker e a coltivare sogni.
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