Per tutti ma soprattutto per coloro che in questi anni, anche con qualche ragione, si sono persuasi che la politica è solo uno schifo, carriera e ladrocinio; che niente si può davvero cambiare; che rimane solo da rassegnarsi e mandare tutti a quel paese.
Per tutti, ma soprattutto per coloro che se ne fregano e tirano avanti, perché che me ne può fregare di un detenuto, di un immigrato e magari anche di un malato terminale? Se ne fregano e tirano avanti, finché potranno.
Per tutti, con la speranza che queste pagine vi facciano lo stesso regalo che a me: magari senza vergognarvi per una lacrimuccia di commozione e per un sorriso pulito.
In questi anni ho avuto modo più volte di incrociare Enzo Brogi e le sue battaglie testarde e controcorrente, accese nelle periferie della nostra società, nei luoghi dove i diritti non hanno diritto, tra un'umanità dolente che non porta voti, anzi, se possibile li sottrae. Ed ecco, ora la sua storia - la storia delle sue battaglie - la ritrovo in questo libro, pubblicato per Clichy, con un titolo che già dice tutto: Altre direzioni.
Altre direzioni rispetto alla politica mainstream, altre direzioni anche rispetto alla consapevolezza che noi stessi abbiamo di ciò che deve essere fatto. Si tratti di combattere per la dignità e il futuro dei detenuti, per la sessualità dei disabili o per la cannabis per i malati. Battaglie di civiltà, diritti in ballo che sono di chiunque, perché come sostiene Concita De Gregorio in una delle introduzioni: Se avete in mano il libro e lo leggete invece di esserci dentro, è stato il vento.
Ci sono altri buoni amici che Enzo ha chiamato a raccolta in questo libro e che mi piace citare, perché dicono cose meglio di quanto farebbe il sottoscritto.
Lorenzo Cherubini Jovanotti: Se il mondo è un minestrone sul fuoco è importante chi ci aggiunge gli ingredienti ma un ruolo decisivo ce l'ha chi lo tiene in movimento, che non si attacchi mai sul fondo.
Simone Cristicchi: Tutte cose marginali, tutte storie sulle quali voltiamo volentieri lo sguardo, tutti temi che stanno fuori dalla "normalità". Da questo strano male che è la normalità.
Tutto fuorchè un monumento a se stesso, una vetrina da politico di lungo corso, queste pagine. Che dimenticavo di dirvi: sono anche di ottima scrittura. Non guasta mai, ma soprattutto in questo caso, dove la poesia del cuore si fa largo e diventa parola migliore dell'uso che ne abbiamo fatto: politica.
Per tutti, ma soprattutto per coloro che se ne fregano e tirano avanti, perché che me ne può fregare di un detenuto, di un immigrato e magari anche di un malato terminale? Se ne fregano e tirano avanti, finché potranno.
Per tutti, con la speranza che queste pagine vi facciano lo stesso regalo che a me: magari senza vergognarvi per una lacrimuccia di commozione e per un sorriso pulito.
In questi anni ho avuto modo più volte di incrociare Enzo Brogi e le sue battaglie testarde e controcorrente, accese nelle periferie della nostra società, nei luoghi dove i diritti non hanno diritto, tra un'umanità dolente che non porta voti, anzi, se possibile li sottrae. Ed ecco, ora la sua storia - la storia delle sue battaglie - la ritrovo in questo libro, pubblicato per Clichy, con un titolo che già dice tutto: Altre direzioni.
Altre direzioni rispetto alla politica mainstream, altre direzioni anche rispetto alla consapevolezza che noi stessi abbiamo di ciò che deve essere fatto. Si tratti di combattere per la dignità e il futuro dei detenuti, per la sessualità dei disabili o per la cannabis per i malati. Battaglie di civiltà, diritti in ballo che sono di chiunque, perché come sostiene Concita De Gregorio in una delle introduzioni: Se avete in mano il libro e lo leggete invece di esserci dentro, è stato il vento.
Ci sono altri buoni amici che Enzo ha chiamato a raccolta in questo libro e che mi piace citare, perché dicono cose meglio di quanto farebbe il sottoscritto.
Lorenzo Cherubini Jovanotti: Se il mondo è un minestrone sul fuoco è importante chi ci aggiunge gli ingredienti ma un ruolo decisivo ce l'ha chi lo tiene in movimento, che non si attacchi mai sul fondo.
Simone Cristicchi: Tutte cose marginali, tutte storie sulle quali voltiamo volentieri lo sguardo, tutti temi che stanno fuori dalla "normalità". Da questo strano male che è la normalità.
Tutto fuorchè un monumento a se stesso, una vetrina da politico di lungo corso, queste pagine. Che dimenticavo di dirvi: sono anche di ottima scrittura. Non guasta mai, ma soprattutto in questo caso, dove la poesia del cuore si fa largo e diventa parola migliore dell'uso che ne abbiamo fatto: politica.
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