Sono seduto in una stanza d'albergo a Columbus, Ohio, in attesa della chiamata di un uomo che non si fida di me, sperando che abbia delle risposte su un uomo di cui io non mi fido, che potrebbero riabilutare il nome di un uomo di cui a nessuno frega niente....
Questo è l'attacco, fulminante come il gancio a sorpresa di un grande pugile. Con queste premesse il combattimento durerà poco, appena un'ottantina di pagine, quanto basta per un viaggetto in treno o una notte prima di spengere la luce. Però come nelle sfide memorabili, conta l'intensità. E c'è tutta in Il campione è tornato (Piemme) del grande J. R. Moehringer, a mio parere uno dei più grandi scrittori, preferirei dire giornalisti scrittori, degl Stati Uniti di oggi.
Questa volta ha deciso di andare dietro a un pugile che molto molto tempo fa - quando l'America era un'altra cosa e anche la boxe lo era - sembrava avere la strada spianata verso il titolo mondiale. Invece scomparve all'improvviso e con la scomparsa presumibilmente cominciò una vertiginosa parabola discendente. E allora che fine ha fatto Bob Satterfield, quasi campione e promessa mancata? E' quell'homeless a caccia di spiccioli e whisky sui marciapiedi di una città del Midwest? O è già morto da un pezzo, dimenticato da (quasi) tutti?
Che l'indagine abbia inizio. E nella curiosità, come nella penna, di J.R Moeheringer questa indagine si allarga subito. Non solo la storia di un pugile nell'America che è la stessa di Toro scatenato. Ma anche una straordinaria storia sui destini e sulle identità, sugli inganni e sulle possibilità di riscatto.
Le storie si intrecciano, si sovrappongono, si confondono. E forse non c'è tutto un abisso tra il campione mancato e il giornalista alla sua ricerca. Forse entrambi hanno sofferto la stessa assenza, inseguito la stessa ombra... Da leggere, di un fiato.
Questo è l'attacco, fulminante come il gancio a sorpresa di un grande pugile. Con queste premesse il combattimento durerà poco, appena un'ottantina di pagine, quanto basta per un viaggetto in treno o una notte prima di spengere la luce. Però come nelle sfide memorabili, conta l'intensità. E c'è tutta in Il campione è tornato (Piemme) del grande J. R. Moehringer, a mio parere uno dei più grandi scrittori, preferirei dire giornalisti scrittori, degl Stati Uniti di oggi.
Questa volta ha deciso di andare dietro a un pugile che molto molto tempo fa - quando l'America era un'altra cosa e anche la boxe lo era - sembrava avere la strada spianata verso il titolo mondiale. Invece scomparve all'improvviso e con la scomparsa presumibilmente cominciò una vertiginosa parabola discendente. E allora che fine ha fatto Bob Satterfield, quasi campione e promessa mancata? E' quell'homeless a caccia di spiccioli e whisky sui marciapiedi di una città del Midwest? O è già morto da un pezzo, dimenticato da (quasi) tutti?
Che l'indagine abbia inizio. E nella curiosità, come nella penna, di J.R Moeheringer questa indagine si allarga subito. Non solo la storia di un pugile nell'America che è la stessa di Toro scatenato. Ma anche una straordinaria storia sui destini e sulle identità, sugli inganni e sulle possibilità di riscatto.
Le storie si intrecciano, si sovrappongono, si confondono. E forse non c'è tutto un abisso tra il campione mancato e il giornalista alla sua ricerca. Forse entrambi hanno sofferto la stessa assenza, inseguito la stessa ombra... Da leggere, di un fiato.
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