I numeri, presi nel modo giusto, ci rendono persone migliori.
Così ci dice Daniel Tammet, persona che i numeri hanno presumibilmente salvato, non solo reso migliore. E che ora nei suoi libri ci racconta della magia dei numeri, della poesia dei numeri.
Un libro, in realtà, andrebbe scritto anche sulla storia di questo ragazzo, affetto dalla sindrome di Asperger, che con i numeri fa cose straordinarie, tipo mettere in fila migliaia e migliaia di decimali del Pi greco. I numeri Daniel soprattutto li sente, li vede, li associa a colori, forme, suoni. E con lui la matematica, che sui banchi di scuola abbiamo fuggito come territorio arido e inospitale, ci ritorna come fioritura di vita, ubriacatura di sensazioni. Incredibile, davvero.
E così ecco questo libro, La poesia dei numeri (Zanichelli) - sottotitolo da tenere di conto: Come la matematica mi illumina la vita - che è una sorpresa a ogni capitolo: si parli di scacchi o di partite a cricket, dello zero di Shakespeare o dei fiocchi di neve, di come conteremmo se avessimo undici dita invece che dieci o di New York che con le sue strade perpendicolari e i suoi grattacieli è la più matematica delle città.
Arida la matematica? Leggete questo libro e usate l'immaginazione, che è ciò che si deve fare per scovare la bellezza. E se pensate che l'immaginazione sia prerogativa della letteratura, fermi tutti. C'è una scienza che se ne occupa e che sarebbe inconcepibile senza l'immaginazione.
La matematica, certo. La matematica che per definizione gioca con la pura possibilità.
Così ci dice Daniel Tammet, persona che i numeri hanno presumibilmente salvato, non solo reso migliore. E che ora nei suoi libri ci racconta della magia dei numeri, della poesia dei numeri.
Un libro, in realtà, andrebbe scritto anche sulla storia di questo ragazzo, affetto dalla sindrome di Asperger, che con i numeri fa cose straordinarie, tipo mettere in fila migliaia e migliaia di decimali del Pi greco. I numeri Daniel soprattutto li sente, li vede, li associa a colori, forme, suoni. E con lui la matematica, che sui banchi di scuola abbiamo fuggito come territorio arido e inospitale, ci ritorna come fioritura di vita, ubriacatura di sensazioni. Incredibile, davvero.
E così ecco questo libro, La poesia dei numeri (Zanichelli) - sottotitolo da tenere di conto: Come la matematica mi illumina la vita - che è una sorpresa a ogni capitolo: si parli di scacchi o di partite a cricket, dello zero di Shakespeare o dei fiocchi di neve, di come conteremmo se avessimo undici dita invece che dieci o di New York che con le sue strade perpendicolari e i suoi grattacieli è la più matematica delle città.
Arida la matematica? Leggete questo libro e usate l'immaginazione, che è ciò che si deve fare per scovare la bellezza. E se pensate che l'immaginazione sia prerogativa della letteratura, fermi tutti. C'è una scienza che se ne occupa e che sarebbe inconcepibile senza l'immaginazione.
La matematica, certo. La matematica che per definizione gioca con la pura possibilità.
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