Ma cosa ci sarà mai da scrivere su questo fazzoletto di terra che a fatica ho sentito nominare solo a proposito di qualche vino e che non saprei nemmeno ritrovare su una carta geografica? Ecco, ho indugiato al lungo, con tutta la diffidenza del caso: ma perché dovrei leggere un libro intero sul Collio? Che me ne faccio?
Beh, se poi ho cominciato a leggere è solo per il nome dell'autore - Emilio Rigatti, che ho già inseguito con la mia bicicletta immaginaria in tanti viaggi - e per la casa editrice - Ediciclo - che raramente mi ha tradito. E sì, certamente anche per il sottotitolo - Altre storie di uomini e orizzonti di qua e di là del Collio. Di qua e di là, questo mi piace. Una prima buona ragione per saperne di più sul Collio, terra che non sarebbe nemmeno immaginabile senza il suo di qua e il suo di là, senza il suo essere terra di confine, terra di passaggio e di separazione.
E quale confine, poi. Non è qui che comincia il mondo slavo, l'immenso mondo slavo che si slancerà olte gli Urali per arrivare fino all'Oceano Pacifico?
Tutto un mondo davanti ma intanto questo microcosmo. Questo fazzoletto di terra, appunto, che Rigatti ama frequentare con la sua bicicletta, a caccia di storie, di chiesette dimenticate, di buone bottiglie di vino. Movimento lento, lentissimo, che solo consente di posare lo sguardo, di respirare l'aria del posto, di cogliere ciò che, in macchina, sarebbe alle spalle in un lampo.
Quante cose che ci sono da raccontare, in questa terra che prima non ero sicuro nemmeno che fosse una terra. Mica solo saliscendi, vigneti, pale di altare, osterie. Soprattutto persone che è una fortuna raccontare, con le loro storie strampalate e coraggiose. Il collezionista di chilometri in autostop, il contadino che produce il vino in anfore come nella lontana Georgia, l'uomo che ha salvato il disegno dello scampato al lager.
Da leggere davvero Gli alchimisti delle colline di Emilio Rigatti. Stupendosi a ogni pagina di questo microcosmo che è come un negozio di rigattiere stipato all'inverosimile. E che è bello frequentare per dare sfogo alla curiosità.
Beh, se poi ho cominciato a leggere è solo per il nome dell'autore - Emilio Rigatti, che ho già inseguito con la mia bicicletta immaginaria in tanti viaggi - e per la casa editrice - Ediciclo - che raramente mi ha tradito. E sì, certamente anche per il sottotitolo - Altre storie di uomini e orizzonti di qua e di là del Collio. Di qua e di là, questo mi piace. Una prima buona ragione per saperne di più sul Collio, terra che non sarebbe nemmeno immaginabile senza il suo di qua e il suo di là, senza il suo essere terra di confine, terra di passaggio e di separazione.
E quale confine, poi. Non è qui che comincia il mondo slavo, l'immenso mondo slavo che si slancerà olte gli Urali per arrivare fino all'Oceano Pacifico?
Tutto un mondo davanti ma intanto questo microcosmo. Questo fazzoletto di terra, appunto, che Rigatti ama frequentare con la sua bicicletta, a caccia di storie, di chiesette dimenticate, di buone bottiglie di vino. Movimento lento, lentissimo, che solo consente di posare lo sguardo, di respirare l'aria del posto, di cogliere ciò che, in macchina, sarebbe alle spalle in un lampo.
Quante cose che ci sono da raccontare, in questa terra che prima non ero sicuro nemmeno che fosse una terra. Mica solo saliscendi, vigneti, pale di altare, osterie. Soprattutto persone che è una fortuna raccontare, con le loro storie strampalate e coraggiose. Il collezionista di chilometri in autostop, il contadino che produce il vino in anfore come nella lontana Georgia, l'uomo che ha salvato il disegno dello scampato al lager.
Da leggere davvero Gli alchimisti delle colline di Emilio Rigatti. Stupendosi a ogni pagina di questo microcosmo che è come un negozio di rigattiere stipato all'inverosimile. E che è bello frequentare per dare sfogo alla curiosità.
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