Letteratura di evasione? Chiamiamola pure così. E si evade davvero. Nella Londra medioevale, seguendo i passi di Fratello Athelstan, frate domenicano e segretario di Sir John Cranston, il coroner della città.
I due protagonisti di Mistero alla Torre di Londra, il secondo del ciclo di Paul Harding dedicato ad Athelstan, seguono una lunga scia di delitti, iniziata molti anni prima nel Medio Oriente delle Crociate, e che tinge di sangue le mura già tetre della Torre di Londra. Il romanzo segue tutti i canoni del genere. Una trama ben congegnata, un gruppo di sospetti legati da una varietà di relazioni, indizi disseminati qua e là fra le pagine. Perfino un delitto in una stanza chiusa dall’interno, un classico della letteratura gialla. Difficile chiedere di più agli amanti del genere. E molto difficile staccarsi dalle pagine del libro una volta che ci s’immerge nella narrazione.
Accanto a Fratello Athelstan la vera protagonista del romanzo è la Londra del quattordicesimo secolo, crogiolo di affari, intrighi e violenza quotidiana. Paul Harding, dottorato in storia all'Università di Oxford, restituisce con grazia ed efficacia l’Inghilterra di Giovanni di Gand e Riccardo Plantageneto. Le sue differenze sociali, dalla ricchezza dei mercanti e dei nobili alla fame cronica della plebe. I suoi vicoli sordidi. La vita sul Tamigi. Le taverne con il vino speziato e i pasticci di carne. Gli impiccati ai crocicchi delle strade. Intanto Fratello Athelstan lavora con calma e metodo alla soluzione dei delitti.
Letteratura di evasione? Prendetelo come un complimento e immergetevi nella Londra di Fratello Athelstan.
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