
ficile da catalogare,
Più facile dire cosa non è: ovvero non una vera un'autobiografia e tanto meno un manuale per aspiranti scrittori. O almeno non solo questo.
Certamente un libro bellissimo, affascinante, con cui l'uomo che ci ha regalato tanti brividi ora ci incanta con la magia: quella che trasforma le parole in una storia.
Un libro buono per chi si cimenti con la scrittura, ma anche per chiunque ami la lettura e voglia tornare ai suoi libri con uno sguardo più allenato, più consapevole, perchè ha acquistato confidenza con gli "attrezzi del mestiere".
Delle tre sezioni del libro – Curriculum vitae, La cassetta degli attrezzi, Sul vivere – emoziona soprattutto la terza. Il racconto di una rinascita dopo un terrificante incidente, di un ritorno alla vita grazie alla scrittura. E anche questo ha il suo significato.
A proposito, a vincere una certa mia ritrosia verso il campione dei best-seller è stato proprio il sottotitolo: "autobiografia di un mestiere". Scrittura insomma come qualcosa che se non può sostituirsi alla vita è in grado comunque di nutrire la vita. Ma soprattutto scrittura come mestiere, come lavoro, come fatica, come paziente tessitura di storie e di idee e di parole, il tutto cucito con l'ago della passione.
Ecco qui, c'è questo nel libro di King, ora riedito da Frassinelli, niente a che vedere con un manuale di scrittura creativa, per intendersi, o con qualche consiglio elargito dall'altro della cattedra...
Bello e spiazzante, davvero.
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