A scuola, ricordo, era un supplizio. La materia da scansare, sul serio, magari contando sulla clemenza dell'insegnante di turno. La chimica: incomprensibile e mortalmente noiosa, come quel manuale di cui mi sono liberato alla svelta.
Questa convinzione sulla chimica - e per la proprietà transitiva, anche sui chimici - me la sono portata dietro più o meno fino all'altro giorno. Poco importa che anche uno come Primo Levi sia stato un chimico, senza far niente per nasconderlo. Succede, nella vita.
Poi l'altro giorno sono incappato in questo libretto, dal titolo già singolare: Diario social di un rettore. Sottotitolo ancora più singolare: La chimica nel paese di Facebook. Autore Luigi Dei, rettore dell'università di Firenze: che è dettaglio non da poco, perché uno sarebbe portato a considerare un rettore - anzi, un magnifico rettore - un personaggio che abita un altro pianeta. Un po' come il chimico: e Luigi Dei, per l'appunto, è chimico e rettore insieme.
Ho messo le mani avanti, ma solo per dirvi che questo libro - un piccolo grande libro - non è un trattato di chimica, ma una raccolta di post pubblicati su social da un docente universitario che su Facebook pare cavarsela non meno di molti suoi studenti. E già questa è una scommessa vinta: pensate, fare divulgazione scientifica sui social....
Ma poi sfogliatelo questo diario: altro che strane formule, parla di bolle di sapone, di fuochi di artificio, di patatine fritte, di collant. Parla di tutto ciò che ci circonda. Parla dei misteri che a volte sono tali solo perché su di essi non coltiviamo la nostra curiosità. Parla della materia di cui tutto è fatto e dell'avventura della mente che su di essa si interroga.
E accanto ogni post - pensate - c'è perfino un QR code per accedere a un brano musicale che a quel post, a quel lampo di luce sulla scienza, si associa. Incredibile, nella nostra testa possiamo combinare elettroni e Mozart, polimeri e Bruce Springsteen.
Che dire? Sapete che la chimica quasi quasi mi piace?
Questa convinzione sulla chimica - e per la proprietà transitiva, anche sui chimici - me la sono portata dietro più o meno fino all'altro giorno. Poco importa che anche uno come Primo Levi sia stato un chimico, senza far niente per nasconderlo. Succede, nella vita.
Poi l'altro giorno sono incappato in questo libretto, dal titolo già singolare: Diario social di un rettore. Sottotitolo ancora più singolare: La chimica nel paese di Facebook. Autore Luigi Dei, rettore dell'università di Firenze: che è dettaglio non da poco, perché uno sarebbe portato a considerare un rettore - anzi, un magnifico rettore - un personaggio che abita un altro pianeta. Un po' come il chimico: e Luigi Dei, per l'appunto, è chimico e rettore insieme.
Ho messo le mani avanti, ma solo per dirvi che questo libro - un piccolo grande libro - non è un trattato di chimica, ma una raccolta di post pubblicati su social da un docente universitario che su Facebook pare cavarsela non meno di molti suoi studenti. E già questa è una scommessa vinta: pensate, fare divulgazione scientifica sui social....
Ma poi sfogliatelo questo diario: altro che strane formule, parla di bolle di sapone, di fuochi di artificio, di patatine fritte, di collant. Parla di tutto ciò che ci circonda. Parla dei misteri che a volte sono tali solo perché su di essi non coltiviamo la nostra curiosità. Parla della materia di cui tutto è fatto e dell'avventura della mente che su di essa si interroga.
E accanto ogni post - pensate - c'è perfino un QR code per accedere a un brano musicale che a quel post, a quel lampo di luce sulla scienza, si associa. Incredibile, nella nostra testa possiamo combinare elettroni e Mozart, polimeri e Bruce Springsteen.
Che dire? Sapete che la chimica quasi quasi mi piace?
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