Per mettere le mani avanti: Emiliano Gucci lo conosco, di persona e per altri libri, che ho già avuto modo di leggere, apprezzare, segnalare. Per questo la sorpresa è ancora più grande e bella, di fronte a Voi due senza di me, pubblicato da Feltrinelli. Pensare che all'inizio ero un po' titubante: non sarà mica la solita storia di una coppia sfasciata, incapace di farsene una ragione?
Sbagliato, questo è appunto il libro che non ti aspetti. E il bello è che non ti cattura con chissà quali colpi di scena ed effetti speciali. Addirittura la trama potrebbe essere condensata in poche righe.
Una coppia che non è più una coppia, appunto, lui che dieci anni anni dopo, in una Firenze luminosa come solo certe mattine, scende dal treno e cerca lei per riannodare in qualche modo i fili. E dopo quella giornata un'altra giornata ancora, dieci anni più tardi, Firenze questa volta paralizzata dalla neve, e lei, non più lui, che si fa viva, a parti rovesciate.
Due giornate, così nell'arco di 20 anni, per una storia a cui manca la parola fine. Ma poi c'è molto altro: perché c'è un passato che incombe, un'altra giornata che ha fatto sì che niente fosse come prima e che non ha solo tolto il futuro a Michele e Marta - questi i loro nomi - nel futuro li ha anche imprigionati.
E quel passato parola dopo parola riaffiora, così come la voce che non è più voce: e che pure si fa racconto di ciò che è successo e succederà... Sarà come in quel capolavoro che è Amabili resti di Alice Sebold? E come misurarsi con ciò che è successo, se nemmeno sappiamo cosa abbiamo fatto, se il passato è anche confusione, amnesia, reinvenzione?
E se fossi stata veramente io?
Non aggiungo altro, se non per invitarvi alla lettura di un libro che è indagine sulla complessità del dolore, romanzo di inquietudine e possibilità, storia di responsabilità con cui fare i conti e di rinnovata innocenza.
Sbagliato, questo è appunto il libro che non ti aspetti. E il bello è che non ti cattura con chissà quali colpi di scena ed effetti speciali. Addirittura la trama potrebbe essere condensata in poche righe.
Una coppia che non è più una coppia, appunto, lui che dieci anni anni dopo, in una Firenze luminosa come solo certe mattine, scende dal treno e cerca lei per riannodare in qualche modo i fili. E dopo quella giornata un'altra giornata ancora, dieci anni più tardi, Firenze questa volta paralizzata dalla neve, e lei, non più lui, che si fa viva, a parti rovesciate.
Due giornate, così nell'arco di 20 anni, per una storia a cui manca la parola fine. Ma poi c'è molto altro: perché c'è un passato che incombe, un'altra giornata che ha fatto sì che niente fosse come prima e che non ha solo tolto il futuro a Michele e Marta - questi i loro nomi - nel futuro li ha anche imprigionati.
E quel passato parola dopo parola riaffiora, così come la voce che non è più voce: e che pure si fa racconto di ciò che è successo e succederà... Sarà come in quel capolavoro che è Amabili resti di Alice Sebold? E come misurarsi con ciò che è successo, se nemmeno sappiamo cosa abbiamo fatto, se il passato è anche confusione, amnesia, reinvenzione?
E se fossi stata veramente io?
Non aggiungo altro, se non per invitarvi alla lettura di un libro che è indagine sulla complessità del dolore, romanzo di inquietudine e possibilità, storia di responsabilità con cui fare i conti e di rinnovata innocenza.
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