domenica 29 ottobre 2017

Con Letizia l'inchiostro è musica e poesia



E quando mai qui parlo di musica, se non filtrata attraverso le pagine di un libro o distillata nelle emozioni di un viaggio? Però questa volta, permettetemi, un'eccezione la faccio. Per me questo non è è un disco come gli altri. Non è solo bello da ascoltare. Per me, figuratevi, è anche un libro, un ottimo libro. Di quelli che prendono e non ti mollano e ti fanno andare lontano.

E ci si può tuffare dentro come un pescatore di corallo in mare, per riportare a galla parole che raccontano, parole non superflue.

Un disco così, Inchiostro di Letizia Fuochi (Materiali Sonori), mia concittadina e persona amica, che non vive solo di musica, ma di buone letture.  Un disco da tournée in tanti teatri, ma che vorrei anche presentato in libreria, perchè gli spartiti si incrocino con le citazioni, le note con i versi.

E del resto mi sa che è scelta consapevole, questo titolo, non deciso alla leggera. Perché l'inchiostro sembra così fuori moda, nell'epoca del digitale.  Come i diari di una volta soppiantati dai social dell'eterno presente. Eppure c'è ancora bisogno di inchiostro, per mettere davvero nero su bianco la propria vita.

Che è quanto Letizia fa, con coraggio, anche, senza mai sottrarsi. In questo forse aiutata dalla musica, che come la poesia mal si addice alla presunzione di una forma senza sostanza, all'ipocrisia degli effetti speciali.

E' opera autentica, questa. Sincera fino a essere impietosa. Densa di sentimenti, ma intrisa di ironia. Autobiografica - la vita messa nera su bianco - ma non inchiodata alla contemplazione del proprio ombelico. E tanto meno lettura banale, rassicurante, di ciò che è stato e ciò che è.

Come nella Canzone del tempo presente, dove il racconto di sé si fa pluralità di storie, dove il presente è parola che richiama tutti all'appello, dove oggi è anche ieri, dove gli anni, tutti insieme, appaiono all'improvviso. E la sofferenza non è solo sofferenza, ma anche possibilità, perché si passa tra i rovi per sentire meglio il profumo delle rose.

Io sono, non so se sarò, sopravviverò ironicamente.... a questo presente

Ed è così che si finisce e poi si ricomincia e per me è già una canzone da riascoltare, anche se poi cuore e testa già divagano - come sempre - e sono già a rovistare tra De Andrè e Guccini, più qualche poeta francese, mentre più di un romanzo fa capolino dal passato.

E c'è tutto questo nelle canzoni di Letizia, in questo disco che per me è un libro, anzi, molti libri.

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