Avevo trovato l'Europa orientale fantasticata da bambino leggendo le favole russe: quella dei capanni di legno ai margini di foreste popolate da lupi e orsi, con la neve, le slitte, le giacche di pecora, le bluse ricamate, le donne col fazzoletto in testa. Pensavo di essere nato troppo tardi per poter incontrare da qualche parte la vita contadina descritta da Tolstoi e Hardy, ma mi ero sbagliato. Ecco i resti di un mondo antico....
La citazione è lunga, ma racchiude tutto il fascino che sprigiona Lungo la via incantata di William Blacker (Adelphi), libro potente, libro che prende e cattura come pochi altri tra i tanti che ci accompagnano nell'esperienza del viaggio. Libro sorprendente, addirittura spiazzante, perché portandoci in un altrove da fiaba, in realtà ci racconta il tempo e ciò che il tempo fa dei luoghi.
Romania, ultimi giorni 1989: il regime socialista di Ceasescu crolla di schianto, la rivoluzione ha vinto e non c'è un momento da perdere. La frontiera è aperta, ma vai a sapere cosa succederà ora che non c'è più un muro a chiudere quel mondo e in qualche modo anche a preservarlo.
William Blacker appartiene a quel tipo di inglese che - come Bruce Chatwin e Patrick Leigh Fermor - si porta dentro l'istinto del nomade e la curiosità dell'intellettuale che il mondo intende constatarlo di persona. Finisce in Maramureș, la parte più remota e immutata della Transilvania. Si ferma, viene adottato da una famiglia contadina che davvero appartiene a un altro tempo, solo che questo tempo è ancora il presente in Maramureș. Comincia a sperimentare una vita che da secoli è la stessa: il lavoro nei campi, le feste e i funerali, le bevute e i canti.Ci resterà per anni.
E' entrato a far parte di un mondo che sembra inconcepibile abbia convissuto con il regime di Ceasescu e con ciò che esso ha rappresentato anche come trionfo della bruttezza e dello sradicamento. Un mondo che ha saputo resistere, ma che proprio ora è segnato: ciò che non ha fatto la storia, ciò che non ha combinato la dittatura, potranno portare a compimento ora, con implacabile velocità, le strade asfaltate e le tentazioni del supermercato.
Il tempo appunto, il tempo in cui è rimasto sospeso l'ultimo lembo di un'Europa antica, di un'Europa qual era, presente che è già elegia, bellezza già intrisa di nostalgia. Questo il Maramureș, una foglia di autunno che sta per staccarsi. Dopo, una volta a terra, sarà facile calpestarla.
La citazione è lunga, ma racchiude tutto il fascino che sprigiona Lungo la via incantata di William Blacker (Adelphi), libro potente, libro che prende e cattura come pochi altri tra i tanti che ci accompagnano nell'esperienza del viaggio. Libro sorprendente, addirittura spiazzante, perché portandoci in un altrove da fiaba, in realtà ci racconta il tempo e ciò che il tempo fa dei luoghi.
Romania, ultimi giorni 1989: il regime socialista di Ceasescu crolla di schianto, la rivoluzione ha vinto e non c'è un momento da perdere. La frontiera è aperta, ma vai a sapere cosa succederà ora che non c'è più un muro a chiudere quel mondo e in qualche modo anche a preservarlo.
William Blacker appartiene a quel tipo di inglese che - come Bruce Chatwin e Patrick Leigh Fermor - si porta dentro l'istinto del nomade e la curiosità dell'intellettuale che il mondo intende constatarlo di persona. Finisce in Maramureș, la parte più remota e immutata della Transilvania. Si ferma, viene adottato da una famiglia contadina che davvero appartiene a un altro tempo, solo che questo tempo è ancora il presente in Maramureș. Comincia a sperimentare una vita che da secoli è la stessa: il lavoro nei campi, le feste e i funerali, le bevute e i canti.Ci resterà per anni.
E' entrato a far parte di un mondo che sembra inconcepibile abbia convissuto con il regime di Ceasescu e con ciò che esso ha rappresentato anche come trionfo della bruttezza e dello sradicamento. Un mondo che ha saputo resistere, ma che proprio ora è segnato: ciò che non ha fatto la storia, ciò che non ha combinato la dittatura, potranno portare a compimento ora, con implacabile velocità, le strade asfaltate e le tentazioni del supermercato.
Il tempo appunto, il tempo in cui è rimasto sospeso l'ultimo lembo di un'Europa antica, di un'Europa qual era, presente che è già elegia, bellezza già intrisa di nostalgia. Questo il Maramureș, una foglia di autunno che sta per staccarsi. Dopo, una volta a terra, sarà facile calpestarla.
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