Arriva, irrimandabile, il viaggio che spinge gli uomini a salpare.
Così scriveva Apollonio Rodio, il poeta delle Argonautiche, raccontando di Argo, la prima nave costruita al mondo, di Giasone, il giovane che decise di salpare insieme ai suoi compagni, di Medea, che in un porto lontano attendeva che si sciogliesse il suo destino. Meraviglioso, certo. Ma cosa ci può raccontare oggi quella storia? Parla ancora alle nostre vite e ai nostri tempi?
Sì, parla ancora e dice molto. Meglio ancora se ad ascoltarla, a tenersela stretta, a riconsegnarcela è un talento straordinario come quello di Andrea Marcalongo, la stessa che con La lingua geniale è riuscita a parlare al cuore e all'intelligenza di molti ragionando - incredibile - di greco antico.
La misura eroica (Mondadori) è un libro intenso e poetico, in cui mi sono sentito come a casa, con la sensazione che casa, la mia casa, non siano solo queste pareti al cui interno sto scrivendo. Che siano piuttosto una nave pronta a sciogliere le vele e cercare nuove rotte.
Quante cose che ci sono dentro: l'idea del viaggio che è metafora, limite, possibilità; la partenza e il ritorno, che è cosa assai più complicata - dimmi, una volta scampati ai pericoli, ci sarà per noi ritorno in Grecia?; il desiderio che è distanza e la nostalgia per i luoghi in cui non siamo mai stati; il ricordo quale arte dell'anima e l'ignoto che è volte è una terra, a volte è un cuore; l'amicizia che è uno dono e la solitudine che è una sfida; molte etimologie, che è come spremere il succo dell'uva, funziona così anche per le parole.
Soprattutto l'idea di un qualcosa che c'è davanti, che non è solo storia più volte raccontata. E' davanti, linea d'ombra, misura da stabilire, confine che attende la prua.
Così scriveva Apollonio Rodio, il poeta delle Argonautiche, raccontando di Argo, la prima nave costruita al mondo, di Giasone, il giovane che decise di salpare insieme ai suoi compagni, di Medea, che in un porto lontano attendeva che si sciogliesse il suo destino. Meraviglioso, certo. Ma cosa ci può raccontare oggi quella storia? Parla ancora alle nostre vite e ai nostri tempi?
Sì, parla ancora e dice molto. Meglio ancora se ad ascoltarla, a tenersela stretta, a riconsegnarcela è un talento straordinario come quello di Andrea Marcalongo, la stessa che con La lingua geniale è riuscita a parlare al cuore e all'intelligenza di molti ragionando - incredibile - di greco antico.
La misura eroica (Mondadori) è un libro intenso e poetico, in cui mi sono sentito come a casa, con la sensazione che casa, la mia casa, non siano solo queste pareti al cui interno sto scrivendo. Che siano piuttosto una nave pronta a sciogliere le vele e cercare nuove rotte.
Quante cose che ci sono dentro: l'idea del viaggio che è metafora, limite, possibilità; la partenza e il ritorno, che è cosa assai più complicata - dimmi, una volta scampati ai pericoli, ci sarà per noi ritorno in Grecia?; il desiderio che è distanza e la nostalgia per i luoghi in cui non siamo mai stati; il ricordo quale arte dell'anima e l'ignoto che è volte è una terra, a volte è un cuore; l'amicizia che è uno dono e la solitudine che è una sfida; molte etimologie, che è come spremere il succo dell'uva, funziona così anche per le parole.
Soprattutto l'idea di un qualcosa che c'è davanti, che non è solo storia più volte raccontata. E' davanti, linea d'ombra, misura da stabilire, confine che attende la prua.
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