Racconta Paolo che a casa ha una gatta, si chiama Mina, ha 15 anni ed è
zoppa, ma lo aspetta sempre sul molo della sua isola immaginaria,
sonnecchia mentre lui balza di storia in storia. E' l'unico essere
vivente a cui non deve spiegare che quando guarda fuori dalla finestra
sta lavorando - e questo mi sembra già tanto.
Racconta Paolo che il gatto mediterrano ama la solitudine, non conosce il peso del ricordo, non vuole essere altro che se stesso in un mondo in cui tutti vorrebbero essere qualcos'altro: insomma, la sua è una vita pagana, epicurea, forse zen.
Racconta Paolo che il gatto mediterraneo è un'isola, e l'isola è isolata, appunto, però il mare che è intorno non è solo separazione, è anche viaggio e possibilità di incontro e poi non ci sono solo le correnti, c'è anche il vento che sorvola il mare e porta le storie da una costa all'altra: e questo il gatto lo sa benissimo.
Quante cose ci sono in questo gioiello di poche pagine e molte emozioni, L'istinto del gatto mediterraneo di Paolo Ganz (Piccola filosofia di viaggio, Ediciclo). Sembra un libro fatto apposta per me, che da qualche mese ho provveduto a dotarmi di felino domestico, una gattina di nome Lola. Però ancor di più me lo sento cucito addosso perchè dentro c'è il viaggiare, di più, ci sono i luoghi: ci sono più che in un libro dedicato ai mercantili che solcano il mare.
Mina è un po' tutti i gatti del mondo, soprattutto quelli che abitano i porti e gli angiporti del nostro Mediterraneo. E i gatti di Paolo sono vele che prendono il vento per consegnarci ad altre destinazioni.
Quello del gatto, racconta Paolo, è un mondo piccolo, anzi, un mondogatto: come in genere lo è quello di scrive e persino di chi viaggia e va lontano per cercare nuove rotte verso casa.
Sì, è proprio isola, il gatto. Come le isole dell'Egeo che Paolo ha saputo regalarci in altri ottimi libri. Isola e isole, arcipelaghi. Come i gatti, come le storie che non smettono di cercarsi e riconnettersi.
Racconta Paolo che il gatto mediterrano ama la solitudine, non conosce il peso del ricordo, non vuole essere altro che se stesso in un mondo in cui tutti vorrebbero essere qualcos'altro: insomma, la sua è una vita pagana, epicurea, forse zen.
Racconta Paolo che il gatto mediterraneo è un'isola, e l'isola è isolata, appunto, però il mare che è intorno non è solo separazione, è anche viaggio e possibilità di incontro e poi non ci sono solo le correnti, c'è anche il vento che sorvola il mare e porta le storie da una costa all'altra: e questo il gatto lo sa benissimo.
Quante cose ci sono in questo gioiello di poche pagine e molte emozioni, L'istinto del gatto mediterraneo di Paolo Ganz (Piccola filosofia di viaggio, Ediciclo). Sembra un libro fatto apposta per me, che da qualche mese ho provveduto a dotarmi di felino domestico, una gattina di nome Lola. Però ancor di più me lo sento cucito addosso perchè dentro c'è il viaggiare, di più, ci sono i luoghi: ci sono più che in un libro dedicato ai mercantili che solcano il mare.
Mina è un po' tutti i gatti del mondo, soprattutto quelli che abitano i porti e gli angiporti del nostro Mediterraneo. E i gatti di Paolo sono vele che prendono il vento per consegnarci ad altre destinazioni.
Quello del gatto, racconta Paolo, è un mondo piccolo, anzi, un mondogatto: come in genere lo è quello di scrive e persino di chi viaggia e va lontano per cercare nuove rotte verso casa.
Sì, è proprio isola, il gatto. Come le isole dell'Egeo che Paolo ha saputo regalarci in altri ottimi libri. Isola e isole, arcipelaghi. Come i gatti, come le storie che non smettono di cercarsi e riconnettersi.
Grazie Paolo, bellissima recensione, davvero di cuore!
RispondiEliminaThank you forr being you
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