Itaca? E' davvero una sola isola? O piuttosto ce ne sono tante, sospese tra i libri e i dati di fatto, tra i sogni e le possibilità di un vero viaggio? E tra tutte qual è l'Itaca che inseguiamo, quella che ci meritiamo sul serio, grazie alle pagine che abbiamo divorato, ai muscoli che abbiamo affaticato per salite impervie, agli incontri e ai tramonti a cui ci siamo affidati?
Beh, ho finito questo libro e le domande hanno preso a volare, come farfalle che per quanto si faccia non si lasciano catturare dal retino. E meno male, perché domande così sembrano fatte apposta per volare leggeri, verso un'isola di cui tutti hanno sentito parlare, ma pochi conoscono davvero.
Luca Baldoni, invece, è evidente che Itaca la conosce bene, tanto quanto si può dire di conoscere un luogo. Anni fa ci è arrivato una prima volta, contro ogni pronostico non per inseguire l'ombra di Ulisse ma solo per fame di tranquillità e di bellezza. Se n'è innamorato e ci è tornato più volte. Poi ci sono stati i libri, i cammini, gli studi, le fantasie, i tanti tasselli di un puzzle piacevolmente complicato. E infine tutto questo è diventato un libro - Itaca. L'isola dalla schiena di drago (edizioni Exorma) - che è bello per molti motivi, come Itaca stessa è bella per molti motivi.
Dentro c'è il mare, c'è la luce, c'è l'incanto dell'incontro. Dentro ci sono le storie, incredibile quante ne ce sono: Itaca è una piccola isola che reclama l'immaginario di un continente.
Mica solo l'Odissea - anche se è una gran cosa rituffarsi nella questione omerica non con gli studi degli specialisti, ma con i passi dell'uomo che cammina e sente i luoghi. Ci sono i pirati e gli hippie, i veneziani e gli ottomani, i mercanti del Mar Nero e gli esuli di vari disastri della storia, ci sono persino poeti come Byron e Foscolo. E sì, c'è anche una città che non c'è più, o che forse non è mai esistita se non nell'immaginazione, una città dal nome splendidamente pretenzioso, Jerusalem.
Quanto basta per accendere la fantasia. Per azzardare un ragionamento sui biglietti aerei per viaggi prossimi venturi, in questo ultimo margine di estate che già è autunno. Oppure no, quanto basta per allungare ancora di più le gambe sul divano, tanto con Luca Baldoni siamo già a Itaca, ci siamo arrivati senza averlo messo in conto.
Mica solo l'Odissea - anche se è una gran cosa rituffarsi nella questione omerica non con gli studi degli specialisti, ma con i passi dell'uomo che cammina e sente i luoghi. Ci sono i pirati e gli hippie, i veneziani e gli ottomani, i mercanti del Mar Nero e gli esuli di vari disastri della storia, ci sono persino poeti come Byron e Foscolo. E sì, c'è anche una città che non c'è più, o che forse non è mai esistita se non nell'immaginazione, una città dal nome splendidamente pretenzioso, Jerusalem.
Quanto basta per accendere la fantasia. Per azzardare un ragionamento sui biglietti aerei per viaggi prossimi venturi, in questo ultimo margine di estate che già è autunno. Oppure no, quanto basta per allungare ancora di più le gambe sul divano, tanto con Luca Baldoni siamo già a Itaca, ci siamo arrivati senza averlo messo in conto.
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