Ci sono libri stravaganti, obliqui, apparentemente casuali, che portano con sè il dono della sorpresa, come se proprio questo fosse il loro segreto, non la visione di insieme ma il dettaglio, non la sfida che conta ma il farsi da parte. Libri che vanno dritti al cuore proprio perché sembrano non avere un bersaglio e se ce l'hanno è bello mancarlo.
Quasi sempre sono libri su interessi eccentrici, passioni ampiamente minoritarie, vocazioni inspiegabili. L'arte di collezionare mosche di Fredrik Sjöberg ne è un esempio. E sarà che gli insetti - comunque la vita minuscola che popola il nostro grande pianeta - in questo funziona piuttosto bene. Ma ora è senz'altro in buona compagnia, grazie a un testo di Lafcadio Hearn recuperato e riproposto da Exòrma. Un altro piccolo grande libro di questa casa editrice, fantastico già nel titolo: Le farfalle danzano e le formiche si ingegnano.
Già di per sé Lafcadio Hearn ha vissuto una vita così particolare da meritare un romanzo (se è già stato scritto, ditemelo, vorrei metterci le mani sopra quanto prima): una di quelle storie che sembrano fatte apposta per spiazzare e incuriosire. Pensate, il figlio di un irlandese e di una greca che finisce nell'Ohio e quindi in un Giappone ancora impermeabile agli occidentali. E lì si sposa e vive immergendosi in quella cultura misteriosa e affascinante. Giapponese quanto un haiku, diranno di lui gli stessi giapponesi.
Lafcadio Hearn era anche un grande appassionato di insetti: e a testimoniarlo sono proprio queste pagine, che sembrano scritte da un monaco buddista piuttosto che da un entomologo occientale.
Incredibile quante cose ci sono, dentro questo volumetto. Per esempo le farfalle, che sono trattate con la massima gentilezza quando entrano in una casa: prendono la loro forma le anime dei moribondi prima della definitiva separazione. Così si dice ed è solo una delle storie che sarebbe bello ascoltare in una notte di luna piena.
Per non parlare delle lucciole e delle formiche, delle zanzare - persino loro non disturbano tra queste pagine - e delle libellule - non sapevo che uno degli antichi nomi del Giappone fosse Alitsushima, l'isola delle libellule.
Affabulazione, meraviglia, eleganza: cosa di più?
Quasi sempre sono libri su interessi eccentrici, passioni ampiamente minoritarie, vocazioni inspiegabili. L'arte di collezionare mosche di Fredrik Sjöberg ne è un esempio. E sarà che gli insetti - comunque la vita minuscola che popola il nostro grande pianeta - in questo funziona piuttosto bene. Ma ora è senz'altro in buona compagnia, grazie a un testo di Lafcadio Hearn recuperato e riproposto da Exòrma. Un altro piccolo grande libro di questa casa editrice, fantastico già nel titolo: Le farfalle danzano e le formiche si ingegnano.
Già di per sé Lafcadio Hearn ha vissuto una vita così particolare da meritare un romanzo (se è già stato scritto, ditemelo, vorrei metterci le mani sopra quanto prima): una di quelle storie che sembrano fatte apposta per spiazzare e incuriosire. Pensate, il figlio di un irlandese e di una greca che finisce nell'Ohio e quindi in un Giappone ancora impermeabile agli occidentali. E lì si sposa e vive immergendosi in quella cultura misteriosa e affascinante. Giapponese quanto un haiku, diranno di lui gli stessi giapponesi.
Lafcadio Hearn era anche un grande appassionato di insetti: e a testimoniarlo sono proprio queste pagine, che sembrano scritte da un monaco buddista piuttosto che da un entomologo occientale.
Incredibile quante cose ci sono, dentro questo volumetto. Per esempo le farfalle, che sono trattate con la massima gentilezza quando entrano in una casa: prendono la loro forma le anime dei moribondi prima della definitiva separazione. Così si dice ed è solo una delle storie che sarebbe bello ascoltare in una notte di luna piena.
Per non parlare delle lucciole e delle formiche, delle zanzare - persino loro non disturbano tra queste pagine - e delle libellule - non sapevo che uno degli antichi nomi del Giappone fosse Alitsushima, l'isola delle libellule.
Affabulazione, meraviglia, eleganza: cosa di più?
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