venerdì 6 dicembre 2019

Viaggio nei cimiteri, tra sospiri e piccoli miracoli (più uno grande)

"C'è sempre polvere".
"Nel senso che polvere siamo e polvere ritorneremo?".
"Anche. Non sei mai pronto per partire. Per quanto ti prepari non è mai tutto a posto, alla perfezione. In ordine, come avrebbe detto mio papà. Un po' di polvere la lasci sempre in un angolo della tua vita".

Polvere siamo, polvere torneremo, ma qualcosa dietro di noi lasceremo comunque, non fosse altro che un po' di polvere di cui scusarsi. E forse saremo lapide, lettere incise su una pietra, luogo che i vivi custodiranno: tutto a loro vantaggio, perché forse all'ombra de' cipressi e dentro l'urne confortate di pianto, per dirla con Foscolo, il sonno della morte non sarà meno duro.

Non ho pulsioni buone per un romanzo gotico, però mi piacciono i cimiteri, soprattutto i cimiteri monumentali - si tratti del Pére-Lachaise a Parigi come dell'Acattolico di Roma. Amo i silenzi dei cimiteri di campagna. Trovo congeniale la poesia sepolcrale del romanticismo inglese. Incontro una singolare sensazione di pace nei sacrari di guerra. Tutto questo per dire che mi sono trovato particolarmente a mio agio nella lettura di Scusate la polvere. Cimiteri, sospiri e piccoli miracoli di Paolo Patui, uscito per Bottega Errante.

E' un libro stralunato, divagante, a suo modo tenero e dissacrante. Romanzo, in primo luogo, ma anche guida sentimentale, che lega insieme tanti luoghi deputati all'ultimo riposo. Dento c'è un io narrante che con le grandi questioni della vita e della morte ha i suoi problemi, ne farebbe anche a meno se un giorno non si smarrisse dentro il cimitero monumentale di Udine. Intorno a lui diversi personaggi assai particolari, a partire da un improbabile custode del camposanto e da una studentessa dark. 

Da Udine comincia il viaggio, a Udine finisce, ma quante tombe ci sono in mezzo, quanti personaggi dimenticati. E quante storie, una tira l'altra come le ciliegie.  Sospiri, certo, ma anche piccoli miracoli. Più un miracolo grande, ma grande davvero: il regalo della leggerezza, la sopresa della semplicità. Cimitero, l'etimologia insegna,  è parola che deriva da un verbo greco, significa mettere a giacere. Questo e nulla più, riposare.

Leggerezza, semplicità:  e un libro che si annunciava impastato di dolore ecco che ci dispone al sorriso.




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