Questo è un libro che, solo a guardarlo, allieta la vista e allarga il cuore. Lo sfogli, lasci che l'occhio scivoli sulle illustrazioni: e già sembrano ben spesi i soldi - che pure non sono stati pochi. Tanto più che a indugiare solo un attimo in quella festa di colori pare già di percepire anche svariati profumi.
Poi cominci a leggerlo, Il mio giardino selvatico di Meir Shalev (Bompiani) e le parole sono carezze, sono voce saggia che dentro smuove qualcosa. Si capisce subito che non ha niente a che vedere con un manuale di giardinaggio per dilettanti più o meno allo sbaraglio. Tanto più che a scanso di equivoci è lo stesso autore a precisarlo:
E' soltanto una raccolta di impressioni su un giardino senza pretese e su un giardiniere che se ne occupa perchè a un'età piuttosto avanzata si è inventato un passatempo, fors'anche un nuovo amore.
Senza pretese non so e forse anche la definizione di passatempo sta piuttosto stretta. In realtà è un capolavoro questo giardino, senza che per esso ci sia stato bisogno di architetti del paesaggio ed esperti botanici. Non un giardino all'italiana, ma un giardino secondo natura, assecondato dal lavoro dell'uomo.
Il quale sparge semi, pianta bulbi, pota e sradica piante secche, innaffia solo se necessario, soprattutto ama e pare riamato dal giardino, che parla il linguaggio del tempo, delle stagioni, della bellezza ancora più bella perché effimera.
No, non è un manuale, come non è un passatempo: in tutto questo c'è una grande lezione di vita, di più, c'è la vita presa per il verso giusto: magari col conforto di una citazione dei Profeti più qualche buona dose di umorismo.
Siamo in Israele - la Terra Santa: ma nessuna delle creature che popolano il giardino se ne cura. Un lembo di pace sottratto alle contese tra le tre religioni del Libro, suolo su cui semplciemente viene di entrare in punta di piedi e con voce sommessa.
E anche questa è una lezione - non da poco.
ha nutrito alberi e piante selvatici, sparso semi e bulbi di ciclamino, anemone, narciso, croco, papavero e molti altri fiori di campo, e dove conversa con i veri proprietari del luogo: uccelli, ricci, farfalle, cinghiali, serpenti e altri amici. Nessuno di loro sa di vivere in Terra Santa, luogo sacro alle tre religioni che si sono combattute per centinaia di anni
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